La mia vita senza iPhone, secondo giorno – Ieri è stata una giornata strana. Ho avvertito, in serata, una lieve e breve sensazione di disagio, come se fossi fuori dal mondo, come se mi stessi perdendo un episodio della mia serie tv preferita. Uno stato d’animo fugace che però ha creato in me una leggera tensione. Avete presente le telenovelas che arrivarono in Italia tra gli anni Ottanta e Novanta? Ebbene, ricordo che quando perdevo una puntata percepivo un senso di estraneità che si concentrava alla bocca dello stomaco! Ero preoccupata di non avere sufficienti argomenti per discutere con le mie amichette, che – come me – guardavano le soap con le loro mamme. Cosa che mi è accaduta anche durante l’adolescenza con Beverly Hills 90210 per esempio! Ti senti come un’esclusa dal tuo branco!
Penso che la dipendenza da Internet e in particolare dall’iPhone, che ti mantiene connesso in ogni momento della giornata, inneschi proprio questo meccanismo e faccia leva sul bisogno collettivo e del tutto inconscio di sentirsi parte di un gruppo. E, infatti, sono proprio i gruppi WhatApp che mi mancano un po’…. Va be, devo ammetterlo. Se volete proprio saperlo: la mia vita senza iPhone procede alla grande. A parte questa sensazione fugace ed effimera, ho fatto cose diverse. Per esempio ho riscoperto il piacere di una chiacchierata a telefono.
Senza iPhone: il fascino di una telefonata
Credo che sia stato questo l’elemento più singolare della seconda giornata. Ho parlato con mia madre, con mia cugina, con mia zia e con mia nonna. Ho sentito le loro voci. Ho percepito i loro stati d’animi e a catena una mi ha passato l’altra. All’inizio ero a disagio. Mi mancava l’abitudine. Poi mi sono divertita e ci ho preso gusto! Sono affiorati tanti ricordi. Per esempio quando ero bambina, in occasione delle festività natalizie e pasquali o a Ferragosto, a casa della mia nonna materna il telefono squillava senza sosta.
Era l’occasione per sentire le zie che vivono in America e in Francia. Tutti i nipoti facevano la fila per parlare con i parenti emigrati all’estero perché ti vedevi di rado, in alcuni periodi annualmente, in altri passavano tre o quattro anni. Le loro voci erano lontane eppure così vicine. Quando tornavano e poi ripartivano comparivano lacrime di nostalgia e tenerezza.
Quella presenza-assenza faceva bene all’anima che trae giovamento anche dalla tristezza e dalla mancanza. Oggi con Facebook e WhatApp le distanze si sono accorciate e il telefono squilla di meno! Sentivo mia madre tutti i giorni in chat ma la sua voce a telefono fa un altro effetto. In questo periodo la sto sentendo di meno per ovvie ragioni ;-), ma quando ci telefoniamo, sono molto felice perché quel momento non è scontato! La mia vita senza l’iPhone è diversa, forse più autentica. Questa terapia fa bene al cuore! #disconnessi #disconnessa