È la notte di San Silvestro, la stessa notte, o meglio l’unica in cui tutti tifiamo per noi stessi. È una notte mistica; è un qualcosa di sacro: è l’ultima notte dell’anno in cui tutti festeggiano i ricordi brindando al futuro. Restando fedeli alle superstizioni, ognuno festeggia il proprio anno, quasi finito, fatto di notti e giorni vissuti nel proprio corpo ,quello vestito solo d’anima e arricchito di cambiamenti. Ci ritroviamo tutti immobili di fronte allo stesso specchio, con la voglia di apparire brillante di fronte ai buoni propositi per l’anno che verrà, in noi una luce di serenità capace da rendere i nostri occhi brillanti, occhi che s’illuminano sempre più di vita con gli anni che passano, e con la speranza che questa non si spenga mai. È per questo che in questa notte così scintillante, l’intera umanità brilla ancora di più mentre si festeggia con un linguaggio universale, che parla di vita. Si sceglie il meglio, scegliamo di sentirci più vivi negli abiti migliori. Mi sistemo i capelli, più curati del solito, ho deciso di rimanere la barba, quel tocco rude in un bon-ton quasi come da galateo che tutti in questa serata rispettano. Tutti i ragazzi intorno a me vestiranno il classico elegante, poco ricercato e molto tradizionale. Ho fatto bene a pensarlo, lo dico col senno di poi. Alcuni hanno scelto la forma lunga della cravatta un must per il dandy contemporaneo abbinata al completo vintage costruito di giacca, camicia e pantalone. A contrasto c’è chi ha scelto il raffinato papillon, adoro quei ragazzi che lo includono e lo mescolano con il gusto della Street. Caspita! Sto passando le ultime ore del duemiladodici a pensare, pensando a come apparire al grande evento e alla perfetta posizione da rispettare come la serata vuole. Nel resoconto finale, penso che l’ultimo pensiero, ancora una volta, rimane per noi, nostro, come io mi preoccupo ora di me e del mio aspetto. Molti la sera del veglione cambiando di personalità e di stile scelgono come da tradizione il ristorante per la loro donna, mamma, amica e amici, altri pretendono il calore della famiglia, altri ancora si vestono di maschere allegre, anche se per una notte. Lo fanno perché questa notte si può. Vestito, esco di casa: in giro c’è odore di donna. Il sentirsi tale è più giustificato questa notte anche per quelle che in realtà non lo saranno mai, ma in fondo questa è la notte dei desideri, dove tutto è più legittimo, specialmente i sogni. Come i fiori, anche le donne stasera si lasceranno ammirare nella loro diversità. Sorpresa: una è con se stessa. Comodamente guarda gli abiti non suoi, sorride, l’indossa, si dispera, poi si consola, è felice perché domani è un nuovo anno mentre pensa alla perfetta conclusione di quello che sta finendo. Sceglie un look non personale, è fuori dai panni , fingendosi disinvolta li porta bene , si complimentano. Di fretta ma non meno ricercata, l’altra, cerca il suo abito. L’indossa, guarda solo lo specchio, non vede le sue curve ma cerca di capire se l’accessorio di tessuto è così ricco da farla splendere più di tutte, capace da nascondere qual cattivo pensiero che domani già sa che busserà di nuovo alla porta. Si distrae mentre allo specchio si vanta, cerca di nascondere lo sguardo in cui vera e malinconica pensa al suo anno quasi concluso, così poi eccede con il trucco. Non subito appare luminosa, nonostante fuori da sola si diverte. Ha dimenticato sicuramente qualcosa, ma non importa, il risultato è ciò che conta. Entrambe utilizzano una minuziosa ricerca del dettaglio estetico mirata alla perfezione sono pronte, ben preparate nell’abito, ad accogliere un nuovo anno, e all’arrivo di una moda nuova.
Crico