Sì sì, è carina, però è cretina. Nasceva da ancestrali invidie femminili questo modo di indicare una donna attraente. Ancora oggi, quando la chirurgia non trova soluzioni, chi non è bella si lascia andare a sminuire le altre. Se poi quella credenza si è insinuata anche nella mente maschile, è perché i maschi, si dice, sono quello che sono, a loro interessa una cosa soltanto. Espressione che attraversa i secoli.
Qualcuno, in Francia, ha avuto l’idea di discutere la questione mediante twitter e sta pubblicando i risultati sconcertanti della consultazione. Anzitutto, molte belle ragazze hanno inviato proprie fotografie sottolineando che di passare per stupide se ne infischiano. Gli uomini, invece, hanno specificato di più. Nessuno, uomo o donna che sia, si crede stupido, e nessuna donna si crede del tutto inguardabile, ma le donne hanno il problema di proporsi quanto più femminili possibile. Questo induce in loro paure sottili, non soltanto l’invidia racchiusa nell’antico detto ‘bella e oca’. Il sondaggio rivela che molte donne intelligenti desiderano inconsciamente contraddire lo specchio quando si sentono più carine, cioè a rischio di passare per cretine! Chi è bella è sempre bella, dicevano insomma le nostre nonne, però chi è intelligente, dice twitter, non lo è mai abbastanza. Affascinanti attrici del cinema si sono rappresentate come ‘oche giulive’ senza farsene un problema. La natura, dicevano ironicamente, risparmia intelligenza con noi donne per darne di più agli uomini, a cui evidentemente serve! Intanto Arthur Miller, uno dei massimi commediografi statunitensi, catturato dalla mente brillante di Marylin Monroe, sposava la star avviandola ad esilaranti interpretazioni di ragazza svampita.
Ma il vecchio pregiudizio permaneva. Per esempio, le donne hanno sempre avuto un debole per gli uomini di cultura, in particolare per gli uomini di scienza. Classico il caso di Sarah Bernhardt, che s’incantava ogni volta che le parlavano della grandezza di Thomas Edison, inventore della lampadina elettrica alla fine dell’Ottocento. Sembrò che lei, la divina acclamata nei teatri internazionali, spregiudicata nel far fare anticamera a principi e magnati che la rincorrevano dappertutto, volesse una sfida tra bellezza e intelligenza. Arrivata a New York, s’inventò comportamenti da ragazzina per richiamare l’attenzione dello scienziato. Si arrampicò pericolosamente sulle strutture del Ponte di Brooklyn, il più lungo ponte di ferro del mondo, allora in costruzione, poi fece un’incursione nelle profondità di una miniera di carbone in Pennsylvania. Ma lo scienziato non ci fece caso, o meglio finse di non averlo saputo. Alla fine, Sarah decise di andare personalmente da lui con la scusa di registrare la propria voce col fonografo appena inventato. In realtà voleva vincere la sfida facendosi portare a letto! Per sorprenderlo arrivò in carrozza alle due di notte. A sua volta, venne sorpresa dalle centinaia di lampadine elettriche che illuminavano il parco della villa. A lungo passeggiarono insieme. Lei si accostava corpo a corpo, infilava la propria spalla sotto il braccio con cui Edison indicava straordinarie invenzioni. Ma visto che lui non corrispondeva a quei segnali di intimità, Sarah Bernhardt decise di usare il metodo più sicuro a disposizione di ogni donna: sospirando melodrammaticamente come faceva sui palcoscenici, si lasciò andare svenuta tra le sue braccia. Lo scienziato gentiluomo non ha mai fatto sapere come si concluse quella notte.
Molti anni dopo, un’altra grande attrice, Marlene Dietrich, si diede da fare per incontrare un famoso scienziato, Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina. Marlene esercitava un fascino irresistibile su uomini e… donne. Perciò, piuttosto che per sentirlo parlare, lo invitò a cena con l’intenzione di sedurlo. Lui andò ma, timidissimo, non raccolse le allusioni maliziose e gli espliciti richiami sessuali. I due si leggevano negli occhi, forse anche nelle parole, però non arrivarono a conclusioni pratiche. La cena scivolò così sempre più nell’imbarazzo. Alla fine, la grande attrice dovette riconoscere che una volta tanto aveva sbagliato a contrapporre il proprio erotismo all’intelligenza. Indispettita, raccontò poi che Fleming, accompagnandola alla porta, aveva comunque dimostrato di essere stato toccato dal suo fascino: l’aveva salutata offrendole una preziosissima dose di penicillina in una fialetta di vetro!
Belle ma oche anche Sarah e Marlene?
Elio Galasso