Nell’ultimo articolo ho parlato di coraggio, oggi voglio soffermarvi sulla paura che, spesso, paralizza ciascuno di noi oppure ci spinge ad agire sotto l’influsso dell’Ego sul quale mi sono fatta negli anni una specifica opinione; ritengo infatti che l’ego, se esiste, abbia una sua utilità, a patto che non annebbi la nostra mente rendendoci rigidi e inerti. Ogni energia non può essere distrutta, perché non abbiamo questo potere, di conseguenza quello che noi comunemente definiamo Ego non può essere certo domato con la forza. L’equilibrio è la strada, secondo il mio modesto parere, per raggiungere la vera pace interiore ma come fare quando la paura ci rende succubi dell’Io? Non scrivo questo articolo per giudicare l’operato altrui e né per dare lezioni. Osservando me stessa e il mio microcosmo sono giunta a farmi un’idea che però è in mutamento, così come i pensieri: tutto cambia e tutto si trasforma, giacché siamo in cammino, costantemente, ciascuno per abbracciare a piene mani il proprio destino.
Ma che cos’è la paura? Osho diceva che non è possibile sconfiggerla; infatti essa racchiude in sé una particolare energia e nessuna energia può essere distrutta. “Non puoi distruggere nemmeno una goccia d’acqua, puoi solo mutarla in ghiaccio oppure farla evaporare, comunque essa permane”. Qual è allora il segreto per affrontare la Paura? Cogliere il suo messaggio profondo osservandola, perché tutte le paure hanno sempre qualcosa da insegnarci… da farci comprendere. C’è in realtà un pensiero largo che ci permette di vivere in modo sano e autentico; di contro c’è un pensiero stretto che ci immobilizza o al contrario ci inquieta, innervosendoci molto. Biologicamente la paura è un’energia primordiale che ci difende dal pericolo. L’Amigdala, che ha sede nel nostro cervello antico, invia un messaggio di crisi, di fronte al quale possiamo reagire in due soli modi: attaccare o scappare. Gli animali lo fanno ancora. La neocorteccia, cioè la parte del nostro cervello più evoluta, nulla può contro queste emozioni viscerali che affondano nella notte dei tempi. Anche un ricordo o un’immagine può far scattare queste sensazioni, che ci sembrano spiacevoli perché una serie di meccanismi chimici si innescano nel nostro meraviglioso organismo. Paura, rabbia, gioia, tristezza, gelosia sono emozioni che fanno parte di noi e che non possiamo assolutamente estirpare dalla nostra esistenza. L’uomo è la Vita che ha acquisito consapevolezza di Sé, eppure le convenzioni sociali e familiari spesso ci spingono ad allontanarci dal nostro nucleo che Tutto conosce e Tutto sa.
Sempre Osho sosteneva che la paura è solo assenza d’amore; nello specifico è come una forza oscura che, per essere vista, ha bisogno della luce. E infatti la paura non è altro che l’opposto dell’Amore. Si odia per paura; si impone agli altri i propri schemi mentali per timore di aver torto e, per avere conferme esterne, ci si ossessiona a dimostrare le proprie ragioni, quando in realtà basterebbe solo cedere, ammorbidendo il cuore e lo sguardo. La paura è come un flusso e di conseguenza bisogna permetterle di impossessarsi di noi. Poi, una volta che questa tempesta ci ha scosso, possiamo lasciarla defluire così come si fa con un ciclone. Il segreto, a mio avviso, sta sempre nell’amare la propria paura dandole la possibilità di manifestarsi. Accettare i propri lati oscuri incondizionatamente significa accogliere anche il prossimo allo stesso modo, perché chi ama davvero e senza condizioni riesce a vedere negli occhi altrui un pezzo di Sé e a compiacersene! Gesù ci ha spronati ad amare i nostri nemici; chissà magari intendeva non solo le persone ma pure le emozioni avverse che magari vediamo nel prossimo perché ci ostiniamo a non scorgerle in noi. Dopotutto, proprio Cristo ha detto: «Chi è senza peccato (il termine peccato va rivisto nella sua accezione originaria) scagli la prima pietra». O ancora: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Questo non significa che dobbiamo fustigarci, anzi. Il contrario. Amando la nostra trave in tutto e per tutto, quella pagliuzza, forse, pur non scomparendo, diventa bella come ali di farfalle. Non so, è un mio pensiero. Non è verità assoluta. Esistono tanti esercizi per comprendere e dissolvere la paura, dalla respirazione diaframmatica alla recitazione del Rosario, dal silenzio consapevole allo Yoga. Possono essere praticati insieme o in base alle proprie attitudini ritagliandosi del tempo qua e là nel corso della giornata. Su Cultura & Culture abbiamo scritto tanti articoli sull’Ho’oponopono, una antica usanza hawaiana che dona pace e benessere, riportando la serenità nel nostro cuore. Si tratta in particolare di un mantra che consiste in poche e semplici parole: mi dispiace, perdonami, ti amo, grazie. I mantra sono delle preghiere (il Rosario lo è) che rilassano la mente aiutandoci così a dissolvere le paure e aprendoci a nuovi percorsi mediante l’intuizione e l’energia del cuore. Ringrazio, oggi, tutte le persone che in questi giorni hanno incrociato il mio cammino perché con le loro azioni e parole mi hanno dato gli spunti necessari per scrivere questo articolo. Che la pace sia con ciascuno di Voi!