Un successo editoriale internazionale Il mondo incantato, che per più di vent’anni ha sorpreso il mondo intero, e si stenterebbe a crederci. L’autore, Bruno Bettelheim, celebre come “Dottor B.”, uno dei maggiori psichiatri contemporanei, insinua sottili sensi di colpa nelle mamme iperprotettive, che ironicamente definisce ‘mamme-frigorifero’, illuse che, appianate le difficoltà e allontati i pericoli, i figli si possano ‘congelare’, cioè conservare psicologicamente intatti come, secondo lui, sono alla nascita. I figli, lui dice, vanno invece “costretti a scontrarsi col male” di qualunque natura e abituati a sconfiggerlo da soli: le favole sono la cura, il territorio della fantasia in cui bisogna ‘imprigionare’ i bambini nello stadio più fragile dello sviluppo mentale per sottrarli alla rovina psichica. Nelle favole essi trovano occasioni per scaricare sui personaggi o sugli animali simboli del male la convinzione di essere ‘bambini cattivi’ inculcata in loro dai rimproveri dei genitori. Alcuni bambini però non ci riescono, continuano a sentirsi cattivi, responsabili delle ansie di mamma e papà, e diventano anormali.
Secondo Bettelheim, sarebbero dunque proprio e soltanto i genitori la causa dei comportamenti psicotici distruttivi o autodistruttivi dei figli. Una deduzione sconvolgente, a più di vent’anni dalla sua morte, visto che a causa della sua autorevolezza come specialista dei meccanismi della mente e del cervello, ogni volta che in America si parla di Cenerentola perseguitata da matrigna e sorellastre, o di Cappuccetto Rosso alle prese col lupo divoratore, incombono incertezze e paure inconsce. Capace di catturare il pubblico femminile stimolando curiosità e domande, Bruno Bettelheim era oratore richiestissimo, apparentemente proteso a dare speranze di normalità alla triste condizione dei bambini con disturbi psichici. Ma con Il mondo incantato ha insegnato violenza piuttosto che amore, perché le favole sapeva raccontarle ai grandi mentre spiegava come funzionano per i bambini.
Per fortuna è poi arrivato Richard Pollack, che nel libro The creation of Doctor B. A biography of Bruno Bettelheim ha svelato l’assurdo, che cioè Bettelheim si era inventato psichiatra mentre non ne aveva affatto i titoli, e dal nulla aveva creato il ”Dottor B.”, il personaggio di ‘maestro del profondò che ha recitato per tutta la vita. Così, da quando è apparso in America, quindici anni fa, il libro di Pollack ha cominciato finalmente a…. scongelare bambini e mamme. Non vorrei arrivare a pensare che gli editori evitano di pubblicare una traduzione in italiano di questo libro perché è pieno di rivelazioni inquietanti. Però se ne avverte l’assenza nelle nostre librerie. Ho voluto parlarne per invitare genitori e pedagogisti, ignari di essere ancora influenzati dalle idee di Bettelheim, come quella di obbligare i bambini a scontrarsi col male, a riflettere e magari a leggerlo in inglese.
Racconta Pollack che Bruno Bettelheim si suicidò nel 1990, a ottantasei anni, infilando la testa in un sacchetto di plastica dopo avere assunto psicofarmaci ed essersi ubriacato di whisky. Nato a Vienna al tempo della psicanalisi, si vantava di avere avuto contatti con Freud, mai documentati. Deportato nei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald perché ebreo, riuscì a fuggire negli Stati Uniti non si sa come. Ottenne la Cattedra di Psichiatria nell’Università di Chicago dopo aver falsificato titoli accademici e copiato pubblicazioni altrui. Diventò Direttore della Scuola Ortogenica di Chicago dove fu despota assoluto, atterriva medici e dipendenti alimentando subdoli intrighi, ammetteva i neri soltanto come domestici, e purtroppo costrinse a terribili ‘cure’ centinaia di bambini autistici, con sevizie fisiche e psicologiche.
Elio Galasso