Miracolo: con questo termine s’indica qualcosa di veramente incredibile e di notevole impatto emozionale. A seconda del luogo in cui ci troviamo e del nostro credo, il miracolo viene visto in maniera diversa eppure in questa diversità si nascondono molte similitudini. Per il Cattolicesimo si può parlare di fatto miracoloso quando dopo accurate indagini si comprende di trovarsi di fronte a fenomeni soprannaturali che trascendono le leggi della Fisica. Per gli Ebrei, i miracoli sono gli atti che Dio ha compiuto per liberarli dalla schiavitù degli egiziani. I Buddhisti credono che tutti possano essere capaci di compiere miracoli ma questo può avvenire attraverso una particolare condizione mentale, quella raggiunta dal Buddha dopo un lungo percorso spirituale, il cosiddetto punto di risveglio attraverso cui ci si allontana dai legami con il mondo terreno per raggiungere così quella condizione che loro identificano come miracolosa. Sono convinti che Dio non vada cercato fuori ma dentro di loro. Nella cultura cinese si fa riferimento allo Yin e allo Yang, cioè a due entità opposte ma complementari.
Ogni cosa, ogni oggetto e ogni evento possono essere se stessi o il loro contrario; nell’unità si può cogliere il divino e quindi il miracolo, la perfezione. Quando si comprende che Tutto è Uno avviene il miracolo. Quello che unisce tutte queste culture è che quando parliamo di miracolo ci riferiamo a qualcosa che ci sorprende, che ci fa vedere le cose in un’ottica diversa, qualcosa che ci cambia e che di conseguenza allarga la nostra consapevolezza. Ognuno di noi ha almeno una volta utilizzato il termine miracolo nella sua vita e credo che un po’ tutti noi siamo costantemente in attesa di un evento straordinario. Aspettiamo che qualcosa di eccezionale capiti senza accorgerci che il vero miracolo siamo noi, non mi sto riferendo solo alla perfezione del nostro corpo, che non di meno può essere definito un evento eccezionale, ma mi riferisco al semplice fatto di esistere, di avere un corpo, una consapevolezza, evento tutt’altro che scontato. Siamo il frutto di talmente tanti eventi incredibili, che non considerarci un miracolo sarebbe blasfemo. Tutti noi, quindi, siamo speciali; la nostra nascita è un fatto miracoloso e questa semplice ma grande presa di consapevolezza è il primo elemento per iniziare a essere il miracolo della nostra vita. Sì, proprio così, quando iniziamo a vedere la nostra esistenza come un evento straordinario e non in modo scontato, allora non solo la nostra vita comincia a cambiare ma soprattutto le diamo un senso, le conferiamo il suo vero significato. Quando prendiamo consapevolezza di quale eccezionale evento noi siamo, possiamo iniziare a vedere il mondo con occhi diversi e a osservare come tutta la nostra esistenza sia stata ed è costellata da episodi miracolosi. Aldilà del nostro credo, possiamo accostarci al miracoloso solo attraverso un lavoro mentale, fisico e spirituale.
Acquisendo una mentalità orientata al miracolo, cioè al bello, e iniziando a vedere la nostra vita come il frutto di un disegno più ampio, la nostra prospettiva si amplia; se facciamo un’esperienza, che riteniamo “negativa”, non la giudichiamo ma osserviamola guardandola in prospettiva. In questo modo accogliamo le esperienze e ne siamo protagonisti perché evitiamo di entrare nel circolo vizioso della vittima, in cui si rimugina sulle situazioni. Tutti abbiamo delle potenzialità e riconoscerle equivale a cogliere la meraviglia che è dentro di noi. Manifestarle è lo scopo della nostra vita e impegnarci in questo è il primo dovere che abbiamo verso noi stessi. La vita non è sempre “rose e fiori” e di conseguenza credere di sentirsi sempre al 100 per cento, come i guru del miglioramento vogliono farci credere, è pura illusione. Il mare non è sempre calmo, il cielo non è sempre sereno, la terra non è sempre stabile eppure, osservando il nostro pianeta sospeso nell’Universo, non possiamo far a meno di dire che è un miracolo e lo stesso vale per noi. Non possiamo pretendere che i miracoli ci siano solo quando tutto va secondo le nostre esigenze, senza intoppi. Tutto è un miracolo, nel bene e nel male. Noi spesso gridiamo al miracolo dopo essere guariti da una malattia grave, quando da un evento brutto ne scaturisce uno bello, eppure senza quella situazione spiacevole non avremmo mai potuto vedere il fatto miracoloso. Esso in realtà è sempre lì, davanti a noi, giacché nell’unità si coglie la forza più grande di tutti che è l’Amore; accogliere questa nuova prospettiva vuol dire abbracciare l’Amore nella sua totalità. Capisco che tutto questo non sia semplice da accettare e difatti non lo è. Non tutti ci arrivano allo stesso modo e molti nemmeno coglieranno questo aspetto; il miracolo dopotutto sta anche in questo. Cos’è allora il miracolo? Può essere tutto oppure niente dipende da noi, ognuno può dare la sua risposta e questo di per sé è già un gran miracolo.