La mia vita senza iPhone – Mi sono sempre sentita una pacifista in guerra contro chi non vuole la pace! E` un paradosso, no? Quante volte vi siete arrabbiati per il commento inopportuno, in certe occasioni addirittura cattivo, di un amico di Facebook o di un follower? A me è capitato, non tantissime volte, però è successo! E, avendo la possibilità di replicare subito con l’iPhone, ho speso tanta energia in chiacchiere inutili! C’è chi si è accanito su un refuso, andando a consultare addirittura i dizionari online, chi dopo una chiacchierata mi ha lanciato delle frecciatine sul proprio profilo e chi, pur di far valere le sue opinioni, me ne ha cantate di santa ragione. Ovviamente ho risposto per le rime creando malintesi con altre persone che si sono sentite chiamate stranamente in causa. Bizzarro, vero?
Avrete capito che non sono una che fa spallucce e nemmeno un’attaccabrighe. Tuttavia ho una personalità sanguigna e difendo le mie idee, cercando di essere quanto più educata possibile. Di conseguenza l’iPhone è la mia delizia e la mia croce, perché se da un lato mi consente velocemente di aggiornare gli account social, dall’altro mette a dura prova la mia diplomazia dando via libera alla rabbia. Chi mi conosce sa che non sono un tipo diplomatico, anzi! Dico ciò che penso e senza intercalari, quindi avrei bisogno di tempo per far affluire quanto più ossigeno possibile al cervello, per calmare il ritmo cardiaco – che diventa sorta di martello pneumatico – e per rispondere usando l’ironia che in certe occasioni non mi è mancata. Questa mi ha aiutato pure a superare i battibecchi che vi assicuro sono inutili perché fanno perdere soltanto del tempo prezioso che potrebbe essere impiegato per fare cose più interessanti oltre che vantaggiose.
Proprio ieri mi sono resa conto che il mio impeto si è ridotto a zero, perché – dedicando ai social alcune ore del giorno e solo con il computer, quindi in uno spazio ben definito – commento meno e faccio molto di più ma soprattutto apro dibattiti costruttivi siccome io stessa mi approccio in una maniera diversa e insolita. Questa è la mia personale esperienza; non significa che dobbiamo completamente estromettere i dispositivi mobili dalle nostre vite. Sarebbe un errore, perché essi ci agevolano semplificando la quotidianità. Facebook per esempio mi permette di proporre i miei progetti e di prendere contatti più velocemente.
Inoltre molti dei miei articoli sono nati proprio dai confronti con persone intelligenti che – grazie al web – mi hanno aiutato ad affrontare tematiche di grandi attualità da una prospettiva nuova. Il fine dei social, dopotutto, doveva essere questo: accorciare le distanze. Eppure l’uso che se ne sta facendo ci fa dimenticare la bellezza di una stretta di mano e di un dialogo intorno a un tavolo di un bar sorseggiando Margarita o bevendo un caffè freddo in questa caldissima estate. Nessuna emotion 🙂 può sostituire l’espressione umana perché in uno sguardo c’è tutto un vissuto e delle emozioni che un iPhone non è in grado di replicare. E anche quando sei contrariato la persona che hai di fronte ha la possibilità di andare oltre le parole per cogliere sfumature che non possono essere captate da uno schermo e mediante la scrittura che resta sempre una forma di comunicazione importante ma non è l’unica. Posso dire che – parafrasando Mafalda, nella celebre vignetta di Quino – ho smesso di essere una pacifista in guerra contro chi non vuole la pace 😉
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