“Le donne che portano i capelli lunghi, e stanno lì a curarli per eccitare gli uomini, sono streghe possedute dal demonio”. A dirlo fu il Màlleus maleficarum (Il martello delle donne malefiche), un libro terribile stampato nel 1487 in Germania che finì per mandare al rogo anche donne senza capelli. Nel cercarne invano una copia in Spagna tra le migliaia di libri donati alla Biblioteca Colombina di Siviglia da Fernando, figlio di Cristoforo Colombo, mi sono imbattuto nel Flores del tesoro de la Belleza, un testo sconosciuto in Italia, scritto da Manuel Diez de Calatayud che nello stesso periodo consigliava alle donne tutto il contrario, di tenere lunghi i capelli per fare innamorare gli uomini. Praticamente diventare streghe benefiche! Niente di più piacevole che leggerne qualche pagina nel Patio de los Naranjos, il giardino d’aranci della stupenda Cattedrale sivigliana.
Ne vien fuori che Manuel Diez, chissà perché, si occupò di donne mentre di solito nella Corte di re Alfonso il Magnanimo si occupava di bestie, cioè di allevare e addestrare cavalli, muli e asini, tant’è che nel 1443 scrisse un importante trattato destinato a maniscalchi e ferracavalli. Il suo Flores del tesoro de la Belleza si apre così: “Dame gentili, inchinatevi a me che sto per farvi un grande favore, vi insegnerò come può diventare bella una donna anche se non lo è”. Ampio spazio lo dedica ai capelli. Vi raccomando che siano lunghi, e imparate a ricavarne mille forme. Tingeteli biondi con questi ingredienti, contornate di chiaro gli archetti delle sopracciglia che vanno scurite, disegnatele molto ricurve e sottili. Badate ai contrasti, dipingete di rosso fuoco le labbra per far spiccare la bocca sulle guance chiare, esponetevi al sole il meno possibile. Seguite le stagioni mediante i segni zodiacali, d’inverno infilatevi foglie di ortica nel naso per tener lontano il raffreddore deformante, e se il caldo estivo vi annebbia la vista preparate un unguento di occhi di rondine, occhio per occhio. Ed eccovi la composizione chimica di una crema che fa sparire le rughe, un’altra che impedisce ai capelli tinti di cadere, un’altra che fa tornare quasi vergini…
A questo punto, a qualche lettrice potrebbe venir voglia di andare a Siviglia per saperne di più. Prima però dovrà imparare la lingua catalana del Quattrocento usata da Manuel, un po’ di chimica e botanica per manipolare estratti d’animali, calce, terre, minerali, erbe e fiori, e infine saper leggere il linguaggio sofisticato delle miniature d’epoca custodite nella Biblioteca Colombina. Ma, più di tutto, dovrà fidarsi di quel simpatico sbruffone predonchisciottesco che è Manuel Diez de Calatayud quando assicura “Donna, il risultato lo garantisco io: seguimi e diventerai la donna ideale, capelli biondi sciolti sulle spalle, candida pelle, denti bianchissimi, corpo magro da vestire con garbo, fianchi stretti, senza seno”.
Elio Galasso