Cammino solo, come piace a me. Questa volta mi sento come portare un peso addosso, quindi a testa bassa. Bassa non per la vergogna, atteggiamento regale dei codardi, ma perché pesante, piana di pensieri. I miei occhi vedono solo enormi mattonelle a rombo marrone chiaro, quasi arancione. Mi piace questo colore. Intona bene con l’abbronzatura di questo periodo, magari con un tocco di bianco latte o addirittura abbinato alle gambe coperte di nero, tubino magari. Questo è il periodo di preparazione ma non più quella del favoloso costume fluo a cui abbiamo dedicato molto tempo mentale, è arrivato il tempo invece di sfoggiare la classe della spensieratezza. Dopo una vacanza sono due i sentimenti più pesanti in valigia: il primo è il pianto d’addio all’amico Ozio; il secondo è la felicità di occhi nuovi e diversi che si cuciono con il monotono, il tradizionale sempre paesano. Innamorato, lunatico, sorridente, bello, triste, eclettico, antipatico sono tutti elementi che caratterizzano, appunto, me, te. Questo è per dire che la forma viene fuori con tante piccole composizioni che uniti danno il risultato Bello. Così io spiego lo stile. La composizione di un perfetto Outfit è l’abbinamento armonico di vari elementi, dettagli che vestono il corpo. Non è solo la forma a rendere bello un abito ma la ricerca del colore, il corpo, l’accessorio, il tacco e il tutto perfettamente coordinato con il giusto atteggiamento, elemento fondamentale che distingue una donna. In questo articolo l’insegnamento o meglio il consiglio che voglio dare è che bisogna fare sempre una scelta accurata perché il protagonista da rappresentare, ogni mattina, sei tu. La foto allegata all’articolo di questa settimana rappresenta una spiegazione visiva di ciò che voglio dire. Bello lo scatto, accurata la ricerca del modo femminile e della location: risultato eccellente, almeno per la mia creatività. E se gli altri sono gelosi delle proprie ricette, io la mia non solo te la svelo ma per facilitarti il compito te la detto addirittura. Ora aggiustati le cuffie e alza il volume. Ho comprato un pezzo di stoffa, 100 per cotone, con l’intenzione di giocare un po’ a casa. Sto in macchina, fa caldo e ho sonno; vado a prendere un caffè. Per strada vedo un negozio di Pittura, mi fermo. Come entro quell’odore mi stuzzica la creatività, così compro colla per tessuti e qualche glitter oro. Non lo so, alla fine mi diverto, penso. Pausa: dopo una tazza di caffè ho voglia di creare. Ops, devo passare da Maria. Ok, bacino sulla guancia e un fulmine fortissimo ancora sbatte contro la mia creatività. A terra un nuovo materiale, PVC modellabile trasparente. Così subito all’opera: manichino, mente allegra, braccio voglioso di lavoro ma soprattutto la creatività pronta ad appiccare il fuoco. Dopo minuti, ore, secondi, boh non lo so, mi guardo intorno e vedo Maria amichevolmente soddisfatta di me. Vi assicuro che è un’amica severa, forse a volte troppo. E così dal niente, è nato Lui espositore della serata inaugurale MelaGodo. Si è guadagnato poi una vita, tanto reale da essere indossato da un altrettanto regale atteggiamento. Piccoli pezzi, fulmini e pensieri sparsi possono essere a volte i migliori atteggiamenti per rappresentare se stessi e di conseguenza confrontarsi con l’altro sociale, diverso da te, però. Con questo la morale è che il numero uno potrà capeggiare per sempre gli altri numeri ma da solo resterà sempre inferiore ai colleghi: cento, mille…
Crico