Il Terrone che non ci sta. Rubrica a cura di Nunziante Minichiello (ogni giovedì)
Un periodico, che faccia risaltare le attività, la cultura, l’arte ed il folclore nazionale, è qualificante laboratorio di idee ed utile strumento di aggregazione e di sviluppo: cultura e tradizione non solo ricordi da esibire nelle ricorrenze, ma radici che costantemente alimentano saggezza, scienza, tecnica e realizzazione, illustrate da pubblicazioni ispirate, volute, finanziate e gestite da quanti più Italiani è possibile per dar sempre segno di vita e di vitalità.
Inserire l’Italia nei percorsi culturali e produttivi della società moderna è il primo dovere degli Italiani, di tutti gli Italiani, che sapranno essere amici, compagni e camerati per essere uniti, sicuri e forti come li vuole la Costituzione, e non divisi da steccati eretti da divulgatori non di ideali, ma di fanatismo, che mette fratello contro fratello.
Gli interessi dell’Italia coincidano con gli interessi di tutta la popolazione senza pregiudizio di razza, di religione e di opinione, come vuole sempre la Costituzione.
Fare grande l’Italia dipende solo dagli Italiani: li infiammi la naturale intelligenza e li sostenga la ferma volontà di non sfigurare. Ma ci sono segni che non fan ben pensare, a cominciare dall’abbandono della propria lingua e quindi della propria cultura e della propria esistenza come comunità alla divisione interna politica, economica, sociale e culturale ed infine alla caduta dell’IRI, chiara dimostrazione di capacità realizzatrice dello stato, riferimento anche dei privati, ed alla cessione a stranieri di prestigiosi marchi italiani: la corsa a diventare nessuno è in atto, evidenziata pure dall’invito anche in lingua straniera di destinazione, a trasferirsi in altra nazione a trovarsi un’altra nazione.
Se Roma, Galilei, Leonardo, Michelandelo, Dante, Foscolo, Volta, Mazzini e Marconi sono troppo grandi da seguire, gli Italiani si glorino e vivano di beni culturali, come si addice a popoli in decadenza o in estinzione.
Individui e popoli che aspettano l’informazione esclusivamente da teleschermi proveniente da salotti o da giornali di potenti e non sanno osservare la realtà che li circonda sono destinati a vita secondaria, se non servile, umanamente, culturalmente, politicamente, economicamente e socialmente: lo dice anche la ricerca di tessere, di livree e di relazioni anche segrete ( riferimenti sono poteri concreti e non ideali, principi, costituzioni e leggi ), la rincorsa di mode da seguire e la idolatria di modelli da imitare, che in sostanza sono la rinuncia ad essere per vivere come altri vuole, come singolo e come comunità, nel privato e nel pubblico.
n.m.