Zizzania: ecco come ‘difendersi’ dalle calunnie in modo costruttivo

«Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

 Parto ancora una volta da una parabola di Gesù per discutere di un argomento che credo interessi un po’ a tutti: la zizzania, cioè la maldicenza, la calunnia. Anche in questo caso il Maestro utilizza delle metafore; il seme a cui si riferisce la parabola è quello che cade sul terreno buono, quello che produce frutti, e rappresenta l’individuo il cui atteggiamento è quello più adatto per avere una vita ricca di soddisfazioni. Durante la sua crescita – si legge nel passo del Vangelo – avviene qualcosa di strano; insieme al seme cresce anche la zizzania.

zizzania

Ora, è qui che viene la parte interessante e utile per tutti; sempre nella parabola si racconta che mentre i servi credono che sia saggio raccoglierla il padrone ordina loro di lasciarla lì per evitare che con la zizzania si sradichi anche il grano, e di aspettare che entrambi crescano fino alla mietitura e solo allora raccoglierla e bruciarla. Nel passo sopra citato ci viene detto che la crescita del seme è accompagnata dalla crescita della zizzania; qualsiasi progresso dell’uomo fattivo porta con sé anche un bagaglio di maldicenze e calunnie il cui fine è quello di destabilizzare i buoni frutti del seme.

L’atteggiamento da adottare non è quello di raccogliere la zizzania, cioè di combatterla mettendosi sulla stessa lunghezza d’onda ed entrando così in un circolo vizioso che può solo danneggiare il nostro operato. Il giusto atteggiamento è quello di non darle credito, di non lasciarsi condizionare, di lasciare che facciano il suo corso perché ad un certo punto la verità verrà sempre a galla. Ciò su cui poniamo attenzione cresce, di conseguenza farsi distogliere dall’opinione altrui significa attribuire a quest’ultima un’importanza che non ha, significa disperdere la nostra energia.

La zizzania ha il fine di farci perdere la rotta, di allontanarci dal nostro sentiero; compito nostro è non cadere in questa trappola, mantenendoci fedeli a noi stessi e continuando per la nostra strada. Scopo della persona (del buon seme) impegnata è quello di tutelare se stessa, i suoi cari e i suoi interessi non facendo guerra alle maldicenze, ma continuando a mantenersi fedele alle proprie idee e alla strada intrapresa, guardando il bello della vita e non il brutto, accettando che esiste anche la zizzania ma sapendo che ad un certo punto se trascurata il seme porterà frutti mentre la zizzania sarà bruciata.

In conclusione, non possiamo evitare che alcune cose accadano; quello che possiamo evitare è farci condizionare da esse. Nella vita abbiamo sempre una scelta: fidarci di noi stessi oppure credere a quello che sentiamo all’esterno. Decidere a cosa dare importanza fa una enorme differenza nella nostra vita.

Carmine Caso, naturopata e personal coach 

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