Siamo nel periodo dell’anno in cui si viaggia di più. La bella stagione apre la mente e il cuore, rendendoci più ricettivi agli stimoli esterni. Ci piace stare all’aperto e in mezzo alla gente per ricaricarci per l’inverno, quando la luce del sole scarseggia. Il viaggiare comporta dunque un movimento. Ed è proprio su questa parola che intendo aprire una parentesi per scorgere il significato del viaggio. Il Movimento è il contrario della stasi e implica un’azione nello spazio e nel tempo; il muoversi è una condizione naturale che riguarda tutto in natura. I sassi sono apparentemente immobili perché non si spostano in autonomia, ma attraverso gli strumenti scientifici ci si accorge che in quel sasso qualcosa accade. Nulla è statico. Il nostro pianeta ruota intorno al sole che a sua volta si trova in una Galassia, la quale si muove in un altro spazio. La crosta terrestre è in movimento su un manto infuocato e i continenti viaggiano così come i nostri corpi che cambiano continuamente e dunque si muovono. La fissità non esiste, è un’errata percezione della mente che per essere rassicurata ha bisogno di (false e inesistenti) certezze.
Che cosa rappresenta, dunque, in quest’ottica il viaggio? Qual è il suo significato? Si viaggia continuamente, perché la nostra vita è un eterno percorso che comincia forse ancor prima della nascita. Viaggiare è dunque vitale per l’essere umano. La staticità o meglio la sensazione che nulla stia accadendo ci fa ammalare. Tiziano Terzani, uno dei reporter italiani più illustri, affermava che la bellezza del viaggio sta nel percorso e non nella meta; difatti, se ci pensiamo bene, è proprio così. Sono le esperienze che rendono i nostri viaggi avvincenti, perché esse arricchiscono il nostro spirito e ci inondano d’immagini che un domani ci faranno compagnia magari quando non troviamo la forza di sperimentare ancora.
E allora il movimento diventa danza, una magica sinfonia, che ci fa abbracciare totalmente la vita anche quando il dolore diventa insopportabile, pure quando le cose si mettono male, perché forse nella tristezza troviamo quel barlume di gioia e speranza che avevamo perso, ritroviamo quel fanciullino che, dopo aver gattonato, aveva avuto il coraggio di mettersi a camminare per conoscere il mondo. I cuccioli di cane, se non sono intimoriti e “ammaestrati”, hanno già in sé la tendenza a volersi muovere per conoscere il mondo oltre i confini del proprio giardino o cortile. Imparando a vivere con naturalezza e semplicità, riusciremo a cogliere la bellezza del viaggio, oltre lo spazio e il tempo, oltre la materia, per scorgere in ogni cosa il mistero e per avvicinarci un po’ per volta alla nostra essenza primaria. Buone vacanze e buon viaggio a tutti!