L’Italia, Galileo Galilei e la lenta agonia del sapere critico

Galileo Galilei
Galileo Galilei

In Italia si sta omologando il Sapere, nel tentativo di farci acquisire competenze complessive e mai dettagliate.

Quindi si penalizzano proprio quelle discipline che rendono ogni singolo cittadino un soggetto pensante. Come dimostrano alcuni provvedimenti che hanno portato all’abolizione dell’Educazione Civica nelle Scuole e adesso della Filosofia Teoretica in diversi Corsi di Laurea. La motivazione? Roberto Esposito nel numero di oggi (15 febbraio 2014) del quotidiano La Repubblica, a proposito della Filosofia, scrive che, per i funzionari del Ministero, «si tratta di una disciplina troppo specialistica». Eh già! La specializzazione oggi è considerata un limite, come del resto anche la capacità di giudizio. Basta andare in una Scuola per rendersi conto dei metodi adottati: qui gli alunni ripetono spesso a “pappagallo” il pensiero di filosofi e letterati senza mai svilupparne uno proprio.

La Filosofia, come giustamente precisa Esposito, muove anche le altre materie, quali la Storia e la Letteratura, poiché dalle idee nasce il Sapere. Questa importante disciplina, oltre ad allenare la mente a pensare, apre a nuovi punti di vista senza i quali l’umanità sarebbe immobile lungo il percorso dell’evoluzione. Proprio oggi ricorre il 450esimo anniversario della nascita di Galileo Galilei, uno degli scienziati più illustri, reso tale anche dal pensiero filosofico, senza il quale egli non avrebbe mai realizzato il metodo scientifico. Galilei è stato prima di tutto un grande pensatore, un uomo che non dava nulla per scontato e che osservava le cose andando oltre le apparenze, come si evince da Il Saggiatore, una delle opere più importanti di questo personaggio illustre, dal quale tutta la classe dirigente italiana dovrebbe prendere esempio invece di “ammazzare” il sapere critico di un Paese che non sa o non vuole più pensare!

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