Com’è cambiata la figura femminile nel Cinema e come sta cambiando? Questa è la domanda intorno alla quale ruota la serie di puntate dedicate a Le Donne nel Cinema che potete seguire in diretta su Facebook il mercoledì alle 17 e in differita qui, sulla fanpage e sulle varie piattaforme di podcasting. Non ho stabilito ancora quanti episodi saranno, perché il mio è un lavoro molto istintuale, basato più sul sentire che su un ragionamento specifico; almeno per quanto concerne la scelta dei film che ogni settimana vi proporrò.
Questa iniziativa nasce, dunque, con l’intento non solo di osservare come la figura femminile sia stata proposta sul grande schermo in base ai tempi ma anche e in particolare per ampliare lo sguardo quando siamo davanti ad uno schermo, piccolo o grande che sia. Occorre che io faccia una premessa. Lo sguardo del Cinema è ancora molto maschile perché le donne registe sono purtroppo poche in Italia come all’estero. E, quando guardiamo un film, dobbiamo tenere conto di questo fattore tenendo presente al contempo che nel Cinema la donna è stata presentata al pubblico, spesso, in due modi: o come madre coraggio, predisposta al sacrificio, oppure solo come corpo erotico che deve dare piacere! Ma una donna è abitata da più sfumature. (N.B. Trovi la versione scritta della puntata dopo il player).
Le donne nel Cinema. Versione audio…
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Le donne nel Cinema. La morte ti fa bella
Oggi mi soffermo su una commedia dark degli anni Novanta. Si tratta di un film molto spassoso, con due attrici del calibro di Meryl Streep e Goldie Hawn, affiancate da Bruce Willis e Isabella Rossellini. La pellicola in questione s’intitola La morte ti fa bella e uscì nel 1992. Tenete a mente sia la data, che ci servirà dopo per definire il contesto, e sia il titolo. La commedia fu diretta da Robert Zemeckis, il regista di Forrest Gump (1994) e di altri lungometraggi di successo. La trama di questo film è molto grottesca e gli effetti speciali valsero alla commedia un Oscar. Cerco di dirvi la trama, senza fare spoiler, e poi affrontiamo la tematica che è al centro del film.
Meryl Streep e Goldie Hawn in questa commedia dark spassosa…
Madeleine (Meryl Streep) è un’attrice che ruba il marito, il chirurgo Ernest Menville (Bruce Willis), alla sua amica scrittrice Helen (Goldie Hawn), creando notevoli problemi psicologici che si ripercuotono sul fisico della donna. Gli anni passano, le ferite si rimarginano e un giorno Madaline incontra Helen ad una festa e scopre che la donna è in perfetta forma mentre lei sta invecchiando. Apriti cielo. A quella stessa festa Madaline riceva da una strega, interpretata da Isabella Rosellini, dei filtri per ringiovanire. Filtri che ha ricevuto anche Helen. Non vi dico come va a finire per non rovinarvi il gusto della sorpresa. Ma la domanda sorge spontanea: com’è la raffigurata la figura femminile in questa pellicola? Per cosa si caratterizza? Ci sono tre parole che mi vengono in mente guardando questa commedia e sono: bellezza, tempo e morte. Posso aggiungere un’altra che è corpo. Queste donne hanno troppa tanta paura di invecchiare e farebbero di tutto per non perdere la bellezza, prendendo a schiaffi anche la morte. All’inizio la spinta propulsiva all’ossessione viene da un uomo e da una vendetta ma col tempo questa tendenza si trasforma in un’abitudine consolidata, uno schema di pensiero, di cui le due protagoniste non possono farne ameno.
La donna qui è vista solo come un corpo, che sfrutta ogni marchingegno, per rimanere bello e giovane. Ma la donna è soltanto questo? No, Signori e Signore. Qui appare il volto oscuro della donna Venere o Afrodite che pur di mantenersi bella e dunque immortale le escogita tutte.
Il mito della bellezza
La commedia La morte ti fa bella risente delle influenze precedenti ma è tuttavia figlia del suo tempo. Quale tempo? Quello della chirurgia estetica e dell’apparire magre e senza cellulite, anche a costo di rinunciare a mangiare. Siamo negli anni Novanta e come ci veniva propinata la donna in quel periodo? Più o meno come oggi. L’aspetto aveva il predominio sull’essere: pensate al ricorso alla chirurgia estetica, considerata roba da ricchi, e alla magrezza a tutti i costi… pensate per esempio a come apparivano le modelle di quegli anni.
Un corpo rotondo fa soffrire ci dice Helen tra le righe e se si perde l’amore si ingrassa! La commedia ironizza, dunque, su questo ed altri aspetti nonché sulla superficialità delle due protagoniste. Il tempo non è comunque è un nemico da sconfiggere ma è un nostro alleato, perché si perdono magari delle caratteristiche acquisendone tuttavia tante altre! Maria Ianniciello