Cosa dire de La casa degli specchi di Cristina Caboni? Premetto che per natura sono molto curiosa. Di conseguenza non ho un genere letterario che mi appassiona più di altri. E infatti leggo la saggistica quanto i romanzi sia Rosa e sia più impegnati. Sono, inoltre, una persona che segue uno scrittore senza diventarne ossessionata.
Con Cristina Caboni è stato diverso. La sua scrittura, come anche un po’ quella della prima Isabel Allende, mi è entrata nel cuore tanto che nel giro di un paio di mesi ho letto tre dei suoi romanzi: La custode del miele e delle api, Il sentiero dei profumi e il suo nuovo libro, La casa degli specchi (Garzanti)
La casa degli specchi: recensione
Ma cos’è che mi appassiona di questa autrice? In primis il fatto che nei romanzi trapela la sua passione per i mestieri antichi. E siamo nel campo della soggettività. So che una recensione, per essere tale, deve avere in sé un certo equilibrio e una buona dose di oggettività che fa rima con obiettività.
Quindi, comincio col dirvi che La casa degli specchi non è per quei lettori radical chic e neanche per coloro che hanno la lacrima facile o che leggono romanzi di improbabili storie d’amore.
Questo libro si fa leggere una pagina per volta, senza fretta. Lo stile narrativo, conciso ma calibrato, dà una certa suspense alla storia che si svolge tra Roma, Positano e gli Stati Uniti.
La scrittura di Cristina Caboni non è particolarmente descrittiva dei luoghi, perché l’autrice racconta soprattutto di cordoni ombelicali tagliati troppo presto, di amori infelici e di segreti.
Per la verità la Caboni lascia libero spazio all’immaginazione del lettore anche per gli stati d’animo dei personaggi principali. Cosa non da poco nell’epoca delle immagini virtuali.
Trovi il romanzo della Caboni qui.
Gli sbagli delle generazioni passate ricadono sui discendenti
In questo nuovo libro, dunque, ancora una volta gli sbagli delle generazioni passate ricadono sui figli e sui nipoti che con le loro scelte possono mettere le cose apposto, ristabilendo i ruoli familiari.
Ma, mentre ne La custode del miele e delle api, Caboni (ricordo che l’autrice gestisce un’azienda apistica con il marito e i figli) gioca in casa perché il mestiere della protagonista è quello dell’apicultrice, ne La casa degli specchi Cristina scrive di cinema e di arte orafa.
E lo fa attraverso le citazioni tratte da film, che aprono ogni capitolo, l’atmosfera fiabesca della Dolce Vita, e il personaggio di Michele che è un orafo molto in vista nel mondo della Settima Arte.
La casa degli specchi: trama
Milena, la coprotagonista della storia, è da bambina vissuta insieme al nonno Michele nella villa di Positano. Poi si è trasferita a Roma con il padre. La ventenne, che ha perso la mamma troppo presto (altro tema ricorrente nei libri di Cristina), sta cercando la propria strada nel mondo della recitazione proprio come fece sua nonna.
L’autrice ci porta così in un passato non toppo remoto, quando Michele conobbe sua moglie negli anni della Dolce Vita. Ma il destino è burlone e quindi un segreto condiziona anche l’esistenza dell’ignara Milena. Da leggere per sognare un po’… Marica Movie and Books