Come educare i figli? Come farli crescere in armonia con se stessi fortificandoli nello spirito oltre che nel corpo? Risponde a queste e ad altre domande Raffaele Morelli nel nuovo libro “Crescerli senza educarli. Le antiregole per avere figli felici”, edito da Mondadori. Lo psichiatra, avvalendosi di una ricca bibliografia, parte da alcuni concetti essenziali, che erano un po’ i capisaldi della cultura antica dove il mondo delle immagini era tenuto in vita quotidianamente attraverso i miti e i rituali. In che modo? Lo psichiatra e direttore dell’Istituto Riza si focalizza su alcune parole che ritroviamo spesso nel suo ultimo volume. La prima è mistero. “(…) Ogni bambino è un mistero da svelare, ma per riuscirci ci vogliono i codici. Quelli razionali, però, portano fuori strada: piuttosto serve intuire il talento, osservare che cosa gli piace, che cosa gli viene facile. E poi bisogna saper aspettare: quando arriva la stagione giusta, il seme germoglia e fa la pianta. Così, un ragazzo svogliato, senza interessi, può in un attimo far emergere la sua inclinazione naturale (…)”, si legge nel capitolo sul talento, altro termine molto usato da Morelli in questo libro sull’educazione, la quale, a suo dire, è omologante ed omologata. Vedere i figli per come sono e non per come vorremmo che fossero, di conseguenza educare equivale a rispettare ogni diversità usando il giusto humus, perché, secondo Raffaele Morelli, il girasole ha bisogno di un terreno diverso dal cactus e dall’olivo. “(…) Ci piaccia o no, ogni ragazzo ha un destino da seguire: se non lo fa vivrà una vita di disagi, di insoddisfazione, priva di senso (…)”. Per l’anima, infatti, il lavoro che facciamo è più importante dell’amore, giacché è il campo energetico della nostra realizzazione e, precisa Morelli, l’anima si sa, fa le prove, sperimenta ciò che dovrà avvenire quando il frutto maturerà, perciò il nemico del talento è un’educazione troppo protettiva.
“(…) Sono anche le difficoltà, le paure, le incertezze, i dolori, i litigi a sviluppare le capacità dell’anima (…). I dolori infantili non vanno evitati, anzi sono il sale della crescita (…) e gli abbandoni sono forse l’evento che più di tutti ci fa crescere (…)”, si legge nel nuovo libro, dal quale si evince una profonda conoscenza delle leggi della Natura e quindi del cervello umano che, per gli alchimisti, era un microcosmo a immagine del macrocosmo. In “Crescere senza educarli” Raffaele Morelli non dà suggerimenti pratici ma svela le leggi dell’anima, al centro del lavoro anche di James Hillman. Allora come dovrebbero comportarsi i genitori? Secondo Morelli l’unico atteggiamento auspicabile è la naturalezza senza apparire finti, troppo timorosi e buoni, oltre che superficiali. Non esiste una ricetta perché tutto è nella spontaneità e nell’istinto. E a tal proposito lo psichiatra dedica un intero capitolo alle mamme, in cui scrive che ci sono cose che solo le mamme possono fare, perché il cervello femminile è unico; basti pensare che il contatto con la mamma consente al bambino di produrre l’ormone della crescita, sono le mamme che devono allattare i bambini, sostiene Morelli, e sono sempre le mamme che devono mettere a letto i figli. I padri, quando il neonato sta per nascere, devono rimanere in sala d’attesa, come si è sempre fatto, perché l’energia partoriente si nutre di pudore. Il padre è una figura importante ma di sostegno che, secondo lo psichiatra, servirà tanto più in là, perché è portatrice di un altro tipo di energia.
Insomma, nel nuovo libro “Crescerli senza educarli” Raffaele Morelli smentisce molti dei preconcetti sulla genitorialità della nostra epoca, a cominciare dall’idea che per superare i disagi bisogna per forza di cosa parlare del passato, il quale è come una ferita mantenuta aperta dalle parole. “(…) Il lamento sul passato è il peggior veleno dell’anima (…)”. Un libro controcorrente adatto a quei genitori anticonformisti e non superficiali che credono nella vita e che, guardando le loro creature, provano stupore e si avventurano in un contesto di luci e di ombre perché pure il buio è indispensabile. Da leggere per riflettere e applicare.