Continua il nostro viaggio all’interno dell’entroterra lucano. Questa volta ci siamo spinti fino a Trecchina, un antico paese sito nel mezzo dell’Appennino Lucano, incastonato tra montagne ricoperte di boschi a pochi km da Maratea. Il clima estivo trecchinese è molto fresco: giganteschi castagni, ombrose acacie, pini di alto fusto adornano ed impreziosiscono il paese delle tre chine, il monte Coccovello (1.505 m) che è anche la vetta più alta del versante tirrenico dell’Appennino lucano, il monte Crivo (1.265 m), il monte Santa Maria (1099 m).
Sebbene le ipotesi circa le origini del paese siano poche e frammentarie, quel che è certo è che fu prima roccaforte gotica, poi longobarda. Dopo essere stata distrutta dai Saraceni, Trecchina fu interessata , tra l’XI ed il XII secolo, da correnti migratorie di gruppi eretici provenienti dal Piemonte, in particolare dal Monferrato, che hanno lasciato una indelebile traccia nel dialetto locale. Numerosi furono i passaggi di proprietà del borgo durante i regimi feudali regalando storia, arte, folklore e radicate tradizioni gastronomiche al paese.
Prima di addentrarci nei meandri cittadini, decidiamo di approfittare della freschezza di un pomeriggio trecchinese per visitare i punti panoramici del luogo: ci inerpichiamo, così, alla volta della cima del Monte Santa Maria (altitudine 1089 m sul livello del mare) scoprendoci sempre più affascinati dalla particolarissima posizione del monte: ai nostri piedi è possibile ammirare, infatti, tutta la valle del Noce, i piccoli paesi circostanti sono tutti abbarbicati su se stessi e su antiche rocce, testimoniando un indelebile passato in cerca di protezione. Siamo ormai oltre le nuvole, piccoli gregge di capre salutano il nostro arrivo in cima dove decidiamo di visitare il suggestivo Santuario della Madonna del Soccorso, una piccola chiesetta sita sulla cima del Monte Santa Maria. Un assordante silenzio ci costringe alla più profonda meditazione al pensiero che la fede dell’uomo si sia riversata in un luogo anticamente così impervio. Proprio fuori al Santuario un diroccato belvedere, abitualmente frequentato da scoiattoli, grilli e api, lascia che i nostri occhi si velino di emozione di fronte alla magnificenza dello spettacolo della natura circostante.
Giusto il tempo di scrivere un pensiero sul registro delle dediche, all’interno del Santuario e ci rimettiamo in macchina per raggiungere l’antica Cappella Forraina, circondata da piccole case dislocate a strapiombo sulla valle. Il tramonto si avvicina e decidiamo quindi di visitare il centro storico di Trecchina, il caso vuole, che proprio ieri, 13 agosto ci fosse la prima delle due serate dedicate alla rievocazione Medievale, organizzate dall’Associazione Culturale “Alla corte del Duca Vitale”. La manifestazione si propone come una rievocazione storica medievale nella splendida cornice del centro storico di Trecchina. La piazza e le vie del borgo reindossano, quindi, le antiche vesti medievali per lasciar vivere ai visitatori un affascinante viaggio tra storia, sapori e tradizioni del paese.
Nobili, soldati, cavalieri, dame, sbandieratori, mestieranti, briganti e popolani accolgono i turisti nelle numerose botteghe allestite spiegando loro i segreti dei vecchi mestieri mentre spettacoli d’armi, giochi e duelli si susseguono a ritmo di musica medievale , sotto un cielo clamorosamente cosparso di luminose stelle. Tra cesti intrecciati a mano, tiro con l’arco e lo spettacolo di danza sui trampoli “Le stagioni dell’Amore” decidiamo di provare i famosi bocconotti alla crema e amarena, accompagnandoli con un pugno della mielosa “caciarata” mentre dalla caratteristica Piazza del Popolo ci spostiamo nel più moderno “Piano”, l’attuale centro abitato di Trecchina. La Chiesa di San Michele Arcangelo, i loggiati sormontati da archi, i balconi adorni di gerani e mentuccia, che si inerpicano dal vallone fino al punto più alto del borgo medievale, lasciano quindi spazio alla moderna urbanistica delle vie del centro, dove ci gustiamo, infine, un gelato alla castagna circondati da profumatissime aiuole fiorate.
Raffaella Sbrescia