“Noi non veniamo dalle stelle o dai fiori, ma dal latte materno. Siamo sopravvissuti per l’umana compassione e per le cure di nostra madre. Questa è la nostra principale natura” (William Shakespeare)
Ritorno ad occuparmi di allattamento al seno, una tematica controversa che fa spesso discutere. Può capitare alle donne che ricorrono al latte in formula (per tutta una serie di ragioni sicuramente più che valide) di sentirsi in colpa e meno mamme di coloro che allattano al seno. Io, come naturopata ad indirizzo psicosomatico e giornalista, oltre che come neomamma, occupandomi di stili di vita e di benessere, sono conscia che il latte materno sia il miglior alimento possibile per un neonato ma so anche che nessuna donna decide a cuor leggero di dare al proprio piccolo il latte artificiale. Con questo articolo dunque non si vuole giudicare chi opta per una soluzione diversa dal latte materno bensì si intende fare una corretta informazione affinché la puerpera possa scegliere nella totale consapevolezza al di là delle convinzioni limitanti e retrograde che generano un mix di insicurezza e di insoddisfazione nella neomamma.
Verena Schmid nel meraviglioso libro Venire al mondo e dare alla luce (Urra) sostiene che il corpo è una risorsa e va trattato come tale. L’ostetrica in uno dei passi più belli del volume dice alla donna che partorisce: “(…) Sei dotata della capacità di concepire, di crescere, di partorire, di allattare un bambino e di rinforzarti attraverso questo processo profondamento creativo. Il tuo corpo e la tua psiche sono costruiti per espandersi al punto da far emergere una nuova creatura da te e accoglierla. Sanno svolgere il compito alla perfezione, se lasciati fare. (…) Questo processo può però essere disturbato (…) Ma il corpo è sovrano, il corpo è maestro, il tuo corpo è alleato potente (…) Cerca di capirlo e di seguirlo; entra in sintonia con il tuo corpo e questo sarà un elemento di sicurezza per te”.
Il corpo parla, dunque. Nel seno, secondo la psicosomatica, risiede simbolicamente la propensione della donna-madre a donarsi, dando al neonato una parte di sé, che è il latte. Con l’allattamento continua, in modo più cosciente e attivo, il nutrimento che nella vita fetale avveniva per mezzo del cordone ombelicale e, mediante lo zucchero, presente nel latte, passa al piccolo anche la dolcezza della madre.
L’allattamento al seno crea una fusione molto intima e profonda tra mamma e bambino. Non è solo cibo ma è anche accudimento, protezione, sicurezza, fiducia. La scienza ha dimostrato inoltre che il latte materno fa bene alla mamma e al bambino. Per approfondire l’argomento e soprattutto per sfatare alcuni tabù, ho intervistato Dalila Coato, ostetrica a domicilio ed esperta di allattamento.
Dalila, allattare è un atto naturale eppure oggi non è così per tante donne. Come mai? Come mai si riscontrano così tante difficoltà?
Allattare è un atto naturale ma questo non è sinonimo di semplice, alcune donne in gravidanza hanno un’immagine dell’allattamento molto diversa da ciò che poi affrontano in puerperio e questo porta molte ad abbandonare. Prendersi cura di un neonato nelle prime settimane può essere molto faticoso e ciò che può fare la differenza è il sostegno, che può essere dato oppure no dalle persone che circondano la madre. Infine attorno all’allattamento circolano ancora molte informazioni errate e fuorvianti che possono ostacolarne la buona riuscita.
Sento spesso dire: ho interrotto l’allattamento perché ho poco latte. Ma è davvero così?
I veri casi di ipogalattia (cioè produzione di latte scarsa) sono pochissimi. Sono tanti invece i “sintomi” che possono spingere una mamma a domandarsi se “ha latte abbastanza”: il neonato piange tanto, il seno è sgonfio, il neonato è sempre attaccato, ecc. Spesso a questo si associano diagnosi affrettate di professionisti poco formati in allattamento che sentenziano la scarsa produzione materna e in questo modo alimentano i timori della madre invece che sostenere normali fatiche legate al puerperio.
Se il bambino vuole stare sempre attaccato al seno il latte scarseggia oppure è un naturale atteggiamento del neonato?
E` un comportamento che può voler dire un sacco di cose e invece viene spesso interpretato come poco latte. Potrebbe voler dire: ho sonno e quindi sono infastidito, ho mal di pancia, sono infastidito perché questo mondo nuovo è pieno di stimoli e mi sto adattando ecc. Quando c’è un dubbio da parte della mamma è importante che questa si rivolga a degli esperti che possano di persona valutare la poppata e non solo. Nel 99 per cento dei casi non è un problema di allattamento. I bambini nelle prime settimane (chi più e chi meno, ogni neonato è diverso) stanno attaccati ‘sempre’. Si addormentano al seno, li sposti…si svegliano e vogliono ciucciare ancora, ciucciano tante ore, di più di quanto una donna immagini. Solo passata qualche settimana la situazione comincia un po’ a regolarizzarsi.
Cosa significa allattare a richiesta?
Allattare a richiesta vuol dire mettersi in ascolto dei segnali del bambino, imparare a comprenderli e rispondere ad essi senza seguire schemi o orari. Chi allatta a richiesta riconosce al bambino la naturale competenza nel saper chiedere quando ha fame e la capacità di autoregolarsi quando è sazio.
Quando è opportuno dare l’aggiunta di latte artificiale?
L’integrazione con formula artificiale viene inserita dal pediatra qualora la crescita del neonato fosse al di sotto di alcuni parametri. È importante evitare il fai da te. Come viene inserita è anche possibile eliminarla.
Il seno, una volta svuotato, dopo quanto tempo si riempie?
Il seno non funziona come una cisterna che si svuota e si riempie ma come un rubinetto che quando aperto (quando il bambino ciuccia) lascia uscire il latte. Quindi anche se la sensazione è di svuotamento se il bambino si attacca riprende ad uscire.
E’ vero che con le poppate notturne la produzione di latte aumenta?
Durante la notte la produzione di prolattina è maggiore, per questo motivo le poppate notturne sono fondamentali per la calibrazione del latte nelle prime fasi di allattamento.
Come fare per far aumentare il latte?
Se una mamma ha il dubbio di avere poco latte può richiedere una consulenza ad un’ostetrica formata in allattamento o ad una consulente ibclc. Bisogna ricordarsi che seno è una ghiandola, più lo si stimola più produce. Aumentare il numero di poppate aiuta ad aumentare il latte.
Oggi si parla anche di allattamento misto. Ma se una donna volesse passare all’allattamento esclusivo al seno come potrebbe fare?
Passare dall’allattamento misto all’allattamento esclusivo al seno è possibile ma può essere un percorso lungo, è consigliabile farsi seguire da un professionista competente in allattamento.
Cosa significa allattamento prolungato?
A seconda della società in cui si vive può significare cose diverse. Il ministero della salute italiano indica come prolungato l’allattamento oltre l’anno di vita, consigliandolo fortemente.
Perché l’OMS spinge per l’allattamento al seno?
L’OMS promuove l’allattamento al seno perché miglior alimentazione per il bambino, riduce il rischio di malattia e permette una crescita sana. Si stima che ridurrebbe nel mondo la morte di 820.000 bambini al di sotto dei 5 anni, ogni anno. (Intervista a cura di Maria Ianniciello)
PER APPROFONDIRE
QUI TROVI LE 12 LINEE GUIDA DELL’OMS E DEL’UNICEF SULL’ALLATTAMENTO AL SENO
ALLATTAMENTO AL SENO: I CONSIGLI DELLA NUTRIZIONISTA
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