Il suo nome botanico è Harpagophytum Procumbens. Lui o meglio lei è l’Artiglio del diavolo, un rimedio molto usato in Fitoterapia soprattutto nell’ultimo periodo. Si tratta di una pianta le cui proprietà sono conosciute sin dalla notte dei tempi grazie agli Iridoidi che si trovano nelle radici. L’Artiglio del diavolo ha la nomea di attutire i dolori articolari e reumatici ma anche i disturbi epatici, renali e della vescica. I Boscimani la usavano per curare le ferite e, infatti, le è riconosciuta una spiccata proprietà antinfiammatoria. Il suo nome potrebbe incutere un certo timore e invece deriva semplicemente dalla forma dei frutti legnosi muniti di uncini simili ad artigli. La fantasia popolare ha, dunque, fatto il resto!
L’Artiglio del diavolo sembra avere anche la capacità di attutire la glicemia alta, che pare abbassarsi soprattutto alle prime avvisaglie. Dona inoltre energia e vitalità ed è utile nel trattamento della gotta perché agisce come un antinfiammatorio. L’Artiglio del diavolo, che va usato con moderazione in caso di gastrite – può essere tuttavia usato in caso di digestione difficile, cioè quando lo stomaco ha difficoltà a produrre succhi gastrici. Questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Pedaliacee, è ampiamente usata nella Medicina Tradizionale Africana, con ottimi risultati. Si trova in commercio in diverse formule, anche sotto forma di gel per praticare massaggi nelle zone interessate.
Maria Ianniciello, naturopata e direttore Cultura & Culture
Seguimi qui: https://www.facebook.com/maria.ianniciellonaturopatapubblicista/