In Primavera la Natura esprime tutta sua creatività e non è raro imbattersi in piante fiorite belle da vedere ma anche utili per la salute. Passeggiando per i campi si nota la Calendula selvatica o dei campi, il cui nome botanico è Calendula Arvensis. Appartenente alla famiglia delle Asteracee (la stessa dell’Invidia, del Radicchio, delle Lattughe, della Catalogna, delle Cicorie, le quali si contraddistinguono per il classico sapore amaro), questa pianta che cresce in modo selvatico e che si nota facilmente ha quasi le stesse proprietà della Calendula Officinalis (la varietà coltivata che ha fiori più grandi). Ho avuto modo di apprezzarla ancora di più grazie all’ausilio della giornalista e scrittrice, Franca Molinaro, che mi ha accolto a casa sua dove in un’oasi immersa nella natura abbiamo raccolto le Calendule. Questo incontro è stato molto piacevole ed istruttivo; in genere acquisto le materie prime per le mie preparazioni da naturopata ma da qualche tempo sto cominciando a sperimentare, osservando la Natura da vicino e tutto ciò che mi offre. La scelta delle materie prima è prioritaria sia quando si cucina sia in erboristeria.
Oggi, dunque, mi soffermerò sulle funzioni della Calendula selvatica e vi spiegherò come usarla, specificando ancora una volta che ciascuno è diverso e che anche le piante seguono il ciclo stagionale. Le Asteracee o Composite hanno quasi sempre un’azione disintossicante e drenante. Agiscono molto bene sul fegato e sono spesso cicatrizzanti, come per esempio l’Achillea (che ho avuto modo di ammirare sempre nel giardino di Franca Molinaro). Hanno anche funzioni calmanti, diuretiche e decongestionanti. La Calendula è indicata per la pelle ma non solo. L’epidermide in Medicina Cinese è associata all’autunno, al movimento metallo e ai polmoni; infatti respira autonomamente consentendoci di metterci in relazione con l’ambiente; è dunque uno spartiacque tra gli altri e noi stessi, rendendoci individui autonomi. La pelle difende il nostro organismo dalle aggressioni e in Psicosomatica i problemi alla pelle hanno diversi significati simbolici proprio per i suddetti motivi.
La Calendula selvatica fiorisce quasi tutto l’anno ma mai come nelle stagioni di passaggio ne abbiamo più bisogno. In primavera infatti ci affatichiamo di più, se non siamo in equilibrio, e di conseguenza, oltre ad avere disagi all’apparato digerente, in primis al Fegato, la nostra epidermide potrebbe indebolirsi di più. La Calendula ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche e cicatrizzanti, favorisce il flusso mestruale e della bile ma riduce anche il colesterolo cattivo. Supporta la digestione. Insomma è una pianta molto versatile.
Franca Molinaro mi ha suggerito di realizzare delle bruschette con parte della Calendula selvatica che ho raccolto. Seguirò certamente il suo consiglio. L’ho tuttavia messa ad essiccare per realizzare l’oleolito di Calendula, base eccellente per creme che può essere impiegata pure da sola per vari usi. In un video, dopo aver completato tutti i passaggi (serve un mese circa e tanta pazienza), vi illustrerò tutto il procedimento e vi proporrò anche qualche ricetta. La Natura ci offre tanto e spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto. Infatti, nel mio giardino, in un angolo relativamente nascosto, mentre uscivo con l’auto ho notato una splendida macchia arancione; erano loro… le Calendule proprio lì sotto il mio naso.
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Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista
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