Tra le verdure che ti consiglio di consumare in autunno e in inverno non può certo mancare il cavolfiore, il cui periodo di raccolta inizia ad ottobre e finisce a maggio. Se lo trovi d’estate sui banconi dell’ortofrutta sappi che il prodotto che stai acquistando è stato coltivato in modo tensivo e in serre. Come naturopata, che lavora sullo stile di vita, suggerisco di consumare sempre verdure e frutta di stagione, possibilmente biologica e a chilometro zero, perché la natura non fa nulla a caso e se ha deciso di farci dei doni in un determinato periodo dell’anno è solo perché questi ci servono per affrontare al meglio un determinato momento in cui alcune sostanze potrebbero mancarci.
Il cavolfiore, che nello specifico appartiene alla famiglia delle cruciferee, è ricchissimo di acqua ed ha un basso contenuto di grassi e zuccheri. Questo ortaggio però ha un alto contenuto di fosforo, potassio, rame, vitamina B1 ed acido pantotenico. Per quanto concerne gli aminoacidi troviamo nel cavolfiore la treonina, la valina, la metionina e il più conosciuto triptofano che è il precursore della serotonina, l’ormone del benessere.
Dal punto di vista simbolico il cavolfiore – come suggerisce la parola stessa – ha in sé le caratteristiche sia del fiore che del cavolo; di conseguenza simbolicamente, dato che cresce a stretto contatto con la terra (è basso e concentrato nella forma), ci dona una certa stabilità senza appesantirci troppo ma solo se non consumato in eccesso perché (simbolicamente per la volatilità dei fiori) può creare meteorismo nei soggetti predisposti.
Il cavolfiore rilassa grazie al bromuro dandoci energia poiché è ricco di vitamina C. In bioterapia nutrizionale viene impiegato nelle sindromi emorragiche e nelle malattie da raffreddamento. A seconda del metodo di cottura, può contribuire ad alleviare la cefalea ed ha inoltre proprietà ipotensive. Adatto anche ai diabetici ha caratteristiche antiinfiammatorie e cicatrizzanti. Secondo alcuni studi, come tutta la famiglia dei cavoli, previene e contrasta le malattie oncologiche.
Il cavolfiore in cromoterapia
Con il cavolfiore puoi giocare con i colori che hanno un profondo significato per la nostra psiche. Ti consiglio, quindi, di acquistare le specie colorate e non solo il tipico cavolfiore bianco. In commercio esistono diverse varietà: verde, violetto, giallo, rosa… e puoi davvero sbizzarrirti creando delle fantasiose pietanze. Si tratta per lo più di incroci che donano comunque una sferzata di energia in autunno e soprattutto in inverno.
Il colore verde è stabilizzante, riappacifica e crea armonia; l’arancione ha un’azione energizzante mentre il rosa è il colore del femminile per antonomasia, quindi contribuisce a superare i conflitti e le preoccupazioni soprattutto materiali. Ammorbidisce le tensioni con delicatezza, stimola l’ottimismo e allontana i ricordi negativi. Io ho acquistato di recente il cavolfiore violetto di Sicilia. In cromoterapia il viola è usato per l’insonnia, per i disturbi del cuoio capelluto, contro la cellulite, i crampi, le nevralgie, i reumatismi, i disturbi della vescica. Inoltre questa tonalità stimola la circolazione linfatica, venosa e la milza. Dal punto di vista emozionale è il colore dello spirito e favorisce l’ispirazione.
Mangiare non è solo un bisogno primario ma è una necessità dell’anima e del cuore: rinvigorisce la mente e lo spirito. La cucina nello specifico dona emozioni e i sapori, come gli odori e i colori, possono regalarci pace e serenità soprattutto in una giornata tempestosa e fredda.
Ricette con il cavolfiore
Con il cavolfiore ci si può davvero sbizzarrire. Consumato da solo come contorno (crudo, lesso, al forno, gratinato, con la besciamella, ripassato…) o come ingrediente di svariate ricette è un toccasana per la nostra salute. Io di recente ho acquistato un cavolfiore viola e ho cucinato una deliziosa vellutata (vedi la foto) senza patate né latte e burro.
INGREDIENTI PER LA VELLUTATA
300 grammi di cavolfiore
1 porro
olio evo quanto basta
1 spruzzata di limone o di aceto
Parmigiano (facoltativo) quanto basta
PROCEDIMENTO
Lessa il cavolfiore. In una padella fai imbiondire il porro. Versa il porro e il cavolfiore lessato nel recipiente del frullatore ad immersione e aggiungi il limone o l’aceto. Frulla il tutto. Unisci l’olio e se vuoi una spolverata di parmigiano, mescola e servi decorando la vellutata con qualche inflorescenza di cavolfiore e dell’erba aromatica, come il prezzemolo per esempio.
Il consiglio in più: scegli un piatto bianco, nero o marroncino per creare il giusto contrasto, apparecchia con gusto e metti qualche goccia di olio essenziale di lavanda nel diffusore per aromi. (articolo della dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista, seguila sui sociale e in particolare su Instagram Stories cercando maria.ianniciello)