Il treno è verde, con un cartello in caratteri cirillici e cinesi che riporta la città di partenza, Mosca, e quella di arrivo, Pechino. In mezzo, c’è un mondo selvaggio, quelle regioni estreme raccontate da esploratori e pionieri, territori vasti ed enigmatici, sul filo del sogno. Sulla Transmongolica. Oltre 9000 km in treno da Mosca a Pechino sulle orme di Gengis Khan (Ediciclo, pp. 222, Euro 15,00) è l’ultimo, affascinante reportage di viaggio di Mauro Buffa in cui il treno è un ponte lunghissimo che attraversa la taiga siberiana, le steppe mongole, il deserto del Gobi, superando il remoto confine tra le regioni di Gengis Khan e il paese più popoloso del mondo, la Cina. Passando da una civiltà pressoché immutata nei secoli a una dimensione avveniristica e tecnologica. Il treno è una casa in movimento, che ospita passeggeri stravaganti e ombre del passato. L’autore ci racconta questo insolito viaggio in treno (più la digressione in Mongolia, sceso dal convoglio) in cui ha incontrato russi post sovietici, babuske infreddolite, pastori nomadi maestri dell’essenzialità; ha brindato con la vodka insieme agli occasionali compagni di scompartimento, ha trovato ospitalità nelle gher, mangiando carne di montone e bevendo tè salato, lasciandosi incantare dagli spazi infiniti ancora non contaminati dall’uomo.
Solo qualche anno fa, l’autore ci aveva regalato un altro viaggio nelle terre selvagge e sempre affascinanti delle Siberia con il libro Sulla Transiberiana – sette fusi orari, 9200 km, sul treno leggendario da Mosca al mar del Giappone (Ediciclo, pp. 204, Euro 15,00), un lungo viaggio da Mosca a Vladivostok sui treni della leggendaria ferrovia Transiberiana. Mauro Buffa, incuriosito da una descrizione idilliaca della Siberia tratta da Dostoevskij parte, con alcuni compagni di avventura contattati su internet, per andare a vedere cosa c’è oltre gli Urali. Percorrerà più di 9200 chilometri attraverso sette fusi orari deviando dal tracciato della ferrovia per raggiungere il lago Baikal e addentrarsi, su un traballante pulmino, nella steppa della remota Repubblica di Tuva ai confini con la Mongolia. Viaggiare su treni lenti, dagli spazi angusti, dormendo nelle cuccette corte e strette in vagoni affollati e mangiando il cibo comprato alle fermate dalle babushke si rivelerà un’esperienza densa di suggestioni letterarie, storiche e soprattutto umane. Mentre le giornate scorrono pigramente a bordo del treno, sfilano sotto i suoi occhi le città siberiane sopravvissute alla distruzione della seconda guerra mondiale. Soste di pochi giorni o di poche ore che sono occasioni per entrare in contatto con affascinanti culture e tradizioni. Bellissime donne dagli occhi a mandorla, nostalgici del comunismo e sostenitori del nuovo ordine, un cuoco stagionale che ha trovato lavoro a seimila chilometri da casa e un ex combattente della sporca guerra di Cecenia. Tutti contenti di vivere in Siberia dove fino a venticinque gradi sottozero non è considerato freddo e solo oltre i quaranta i bambini non vanno a scuola. Giunto infine al mar del Giappone non gli resterà che tornare indietro riportando testimonianze, impressioni e colori di un viaggio nel cuore e nella periferia del più grande paese del mondo che ancora oggi rimane in gran parte sconosciuto.
Mauro Buffa è nato nel 1962 a Trento, dove attualmente vive. Si è laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna. È un funzionario pubblico, ha lavorato come giornalista per la carta stampata, televisione e radio occupandosi principalmente di temi sociali, cinema e letteratura. Ha insegnato Istituzioni di Diritto Pubblico e Legislazione Sociale nei corsi per assistenti sociali e educatori professionali. Appassionato cicloturista, ha compiuto vari viaggi in bicicletta in giro per l’Europa alla ricerca di emozioni sportive, storiche e letterarie privilegiando i percorsi lungo i fiumi come il Reno, il Danubio, la Drava e l’Adige.