Sara fuma da vent’anni e incitarla a smettere è ormai superfluo. «Il tabacco mi rilassa donandomi un momento di spensieratezza e serenità», dice agli amici non fumatori. A nulla è servita la scritta «il fumo uccide» e, infatti, chi studia il comportamento umano si affretta a precisare che bisogna portare la persona che fuma nei reparti di oncologia e di pneumologia per indurla a smettere di fumare. Poi ci sono quei soggetti che, pur testando con mano le conseguenze, non possono fare a meno della tanto agognata sigaretta. La Nicotina esercita un certo fascino sin da quando Cristoforo Colombo nel 1492 approdò sulle coste americane. Le foglie secche di tabacco, tanto venerate dai nativi, indussero gli europei a esportare nel vecchio continente quella che per molti secoli fu considerata la cura per tutti i mali.
Un libro ripercorre la storia del Tabacco. S’intitola “La Diva Nicotina” ed è stato scritto da Iain Gately. Il volume è edito da Donzelli. L’edizione italiana è a cura dell’agronomo ed economista Carlo Sacchetto. Il saggio illustra il ruolo che il Tabacco ha esercitato nella nostra cultura, influenzando e condizionando la nostra vita e quella di uomini illustri. In particolare ci si chiede quale ruolo abbia svolto la Nicotina nel mondo e in Italia, il cui traffico all’inizio era gestito dal Clero, e come sono nate le due principali correnti di pensiero: quella dei detrattori e quella dei cultori.
Anche il cinema ha usato il tabacco per tratteggiare i suoi personaggi. Chi non ricorda il magnetico Clint Eastwood con il suo immancabile sigaro nei film di Sergio Leone oppure Uma Thurman con la sigaretta tra le dita in Pulp Fiction di Quentin Tarantino? Storie e vite che s’intrecciano sul grande schermo per esprimere stati d’animo ed emozioni senza tempo attraverso un gesto apparentemente insignificante ma nel quale c’è molto della Storia dell’Umanità. “La Diva Nicotina” è un libro da leggere, dunque, per conoscersi e conoscerci.