E` un sabato di fine ottobre quando decidiamo di visitare Matera, la città della Basilicata che ha catturato l’attenzione di musicisti, registi e artisti; ultimo Mel Gibson che l’ha scelta come location del film “La passione di Cristo”.
Per arrivare a Matera dall’Irpinia, imbocchiamo la A16 da Grottaminarda e usciamo a Candela. Dopo un breve tratto, ci inoltriamo sulla SS 655 Bradanica, l’arteria stradale che si snoda tra la Puglia e la Basilicata. Il paesaggio è pianeggiante e per molti chilometri non ci sono centri abitati, né aree di servizio; in alcuni punti la rete telefonica mobile è assente; l’affluenza è minima: solo noi e la natura, un’immensa distesa di verde che si abbraccia con l’azzurro del cielo.
Pace e serenità s’impossessano del mio Io. Sento il bisogno impellente di aprire i finestrini dell’automobile per respirare a pieni polmoni l’aria pulita di questi luoghi.
I miei sensi, addormentati dalla frenesia della vita quotidiana, si risvegliano. Proseguo il mio cammino. Arriviamo a Matera alle 11 e, dopo aver parcheggiato in un’area di sosta, situata nelle vicinanze di una Scuola Elementare, chiediamo informazioni all’ufficio turistico di via Duni, dove ci accoglie una ragazza che ci spiega cosa vedere, ottimizzando il tempo ridotto per noi purtroppo ai minimi termini. Decidiamo di acquistare la guida turistica “I sassi di Matera”, a cura di Mariella Antonella Siepe e Antonello Di Gennaro (Edizioni Giannatelli). Ma, prima di visitare il centro storico, ci sediamo su una panchina, nei pressi di piazzetta Pascoli, dove si trova Palazzo Lanfranchi. Visioniamo la cartina e finalmente ha inizio il nostro tour: ci affacciamo su una terrazza panoramica che sporge sui sassi, scolpiti dalla mano sapiente dell’uomo che nel tufo ha ricavato nel corso dei secoli queste antiche e minuscole abitazioni. A differenza della maggior parte dei nuclei abitativi edificati nel Medioevo, il centro storico di Matera si snoda dal basso verso l’alto, dove è ubicata la zona più moderna della città. Da qua comincia il nostro viaggio nella Storia che parte dal Paleolitico, passando per il Neolitico, quando comparvero i villaggi trincerati, nei quali furono ideate le tecniche di raccolta delle acque con cisterne a campana e canalette racchiuse in profondi fossati con forme circolari a ellissi. Pian piano gli abitanti di questi luoghi cominciarono a sentire la necessità di costruire abitazioni più idonee alle esigenze della famiglia. Nacque così la Civita, il primo nucleo abitativo di Matera. Ma fu nell’Alto Medioevo che questo posto trovò la sua vera dimensione che possiamo cogliere ancora oggi se impariamo a guardare con nuovi occhi questa città, il cui borgo si divide in Sasso Caveoso e Sasso Barisano, con al centro la Civita. Matera e l’intero comprensorio erano per la loro ubicazione adatti alla preghiera e all’ascesi, perciò gli immigrati della Cappadocia, dell’Armenia e dell’Asia Minore si rifugiarono nelle grotte di questo suggestivo territorio, sul quale sorsero centinaia di chiese rupestri che ammiriamo ancora oggi. Se ne contano circa 150, quasi tutte decorate con affreschi bizantini. Tra queste visitiamo il Convicinio di Sant’Antonio, Santa Maria de Idris, San Giovanni Monterrone e Santa Lucia alle Malve. In questi luoghi di culto la mente tace per dare una voce nuova allo Spirito che si rinnova. I Sassi di Matera, che sono Patrimonio dell’Umanità, non lasciano indifferente neanche il viandante più superficiale, perché qui si ripercorre a ritroso tutta la Storia dell’umanità…
Maria Ianniciello