L’estate si avvicina e con essa il tanto agognato riposo. La Puglia è una delle regioni italiane più ambite. Vi consigliamo una vacanza nel Salento all’insegna della cultura.
Salentu. Lu sule, lu mare, lu ientu, certo. Ma anche l’arte, prima tra tutte quella barocca. Che questa regione della Puglia sia spettacolare per il suo mare cristallino, la cucina impareggiabile, il clima e le feste paesane a suon di pizzica ormai è ben noto: il Salento, estrema punta del tacco dello Stivale, finis terrae bagnata a est dall’Adriatico e a ovest dallo Ionio, rapisce per il suo mix di relax e divertimento, di amore per la tradizione e capacità di coinvolgere, di lento scorrere pomeridiano del tempo e, verso sera, voglia di fare festa. Ma quello che vogliamo proporvi oggi è un itinerario che agli ingredienti giù noti – le spiagge, il mare, la cultura gastronomica – aggiunge alla ricetta un pizzico, che poi proprio un pizzico non è, di bellezza artistica. Si tratta del Barocco Leccese, una declinazione tutta locale della corrente barocca che qui in Salento ha come tratto distintivo l’esuberanza decorativa fatta di elementi floreali e figurativo-scultorei, applicata a edifici più convenzionali, spesso di impostazione romanica.
Chiese, palazzi, piazze e, soprattutto, decorazioni di facciate, balconi, porte, colonne: un tripudio di forme e ornamenti dalle tinte rigorosamente dorate, merito di una malleabile pietra leccese che a contatto con l’aria assume un colore riconoscibile, unico. E questo, forse, rende il Salento il luogo ideale per una vacanza da sogno: una serie di città e cittadine dalle piazze quasi scenografiche, ornate da facciate, balconi, colonne e guglie decorativissime. Luoghi ammalianti e insieme familiari, dove sul finire del giorno il paese, o il rione, si dà appuntamento, tra bambini che giocano e anziani che sostano su qualche panchina. Una quotidianità che dona a questa terra un’atmosfera quasi magica: quel vivere circondati dall’arte, immensi in una rara bellezza, senza, però, il clamore tipico delle città italiane più note.
Lecce, innanzitutto, vero punto di riferimento economico e culturale per questa zona d’Italia. Un viaggio alla scoperta del Barocco salentino non può che partire dal luogo in cui tutto ha avuto inizio. È sul finire del 1500, infatti, che nella città salentina vengono poste le basi per quella che successivamente sarebbe divenuta una vera corrente artistica. L’autore è Francesco Zimbalo, architetto al quale va il merito di aver contribuito alla realizzazione di quello che forse è il monumento più noto, tra i più alti esempi di Barocco locale: la Basilica di Santa Croce. Decori a forma di leoni, draghi e altri animali sorreggono la balconata centrale, sulla cui balaustra ecco una sfilata di putti che abbracciano i simboli del potere spirituale e temporale. La struttura dell’edificio, che rimane romanica, viene quindi ricoperta di ricchi ornamenti, esattamente come accadrà agli altri edifici barocchi della città, realizzati nel corso dei due secoli successivi. Al figlio di Francesco, Giuseppe Zimbalo, il compito di proseguire e dare ulteriore forza all’impostazione del padre: suoi, infatti, i principali monumenti barocchi di Lecce, dallo spettacolare Duomo con due facciate al Palazzo dei Celestini, che sembra proseguire in modo naturale, sulla sinistra, la facciata della precedente basilica di Santa Croce. Ma il Barocco Leccese è lì, in ogni via della città, sui balconi e i portoni delle abitazioni private, sulle facciate di chiese minori. Non resta che lasciarsi guidare dalla bellezza.
In seguito Gallipoli, mèta turistica sempre più ambita, situata a circa quaranta chilometri da Lecce, sulla costa occidentale. Straordinaria per il suo antico centro storico adagiato su una piccola isola calcarea, tra le viuzze e le piccole corti anche Gallipoli rivela testimonianze barocche. Si deve sempre a Giuseppe Zimbalo, ad esempio, il completamento del secondo ordine della facciata della Cattedrale di Sant’Agata, proprio nel centro dell’isola, nel suo punto più alto. Lì, affacciata su una delle vie del vecchio nucleo, eccola ergersi solenne, quasi maestosa.
Insospettabile sorpresa, poi, la città di Nardò, a una trentina di chilometri da Lecce. Il suo centro pulsante è la bellissima Piazza Salandra, su cui si affacciano le chiese barocche di San Trifone, di Sant’Antonio, di San Domenico, mentre al centro si erge la guglia dell’Immacolata, sempre ricca di fregi, festoni e cuspidi, costruita nel corso del Settecento come ringraziamento per lo scampato pericolo del terremoto del 1743. Sostare in questa piazza verso l’ora di cena, quando la luce del tramonto aggiunge alle tinte dorate della pietra magiche sfumature rossastre e il Paese si anima di persone, è suggestivo. Così come avventurarsi per le vie che si snodano intorno alla piazza, tra le case, i rumori delle stoviglie: la bellezza un po’ decadente, come lasciata a sé, di questo luogo rapisce.
Sembra di cogliere l’anima del Salento. Infine, per un tour più completo, tappa anche a Galatina e a Galatone, dove rispettivamente si trovano la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo e il Santuario del Santissimo Crocifisso, quest’ultimo considerato uno dei migliori esempi del barocco leccese. Altri due spunti, quindi, anche se il bello di questa terra rimane la sua capacità di rivelare sempre nuovi scorci: piccoli gioielli da scoprire da sé, perdendosi un po’ tra piazzette e vicoli, scoprendo angoli mai visti prima. Insomma una vacanza nel Salento stimola la nostra curiosità e ci dà il meritato riposo annuale.
Valentina Sala