18 regali: recensione e trama (no spoiler) del film

18 regali: trama del film e recensione (podcast in calce)

18 regali è un film commovente che fa riflettere sul senso della vita e sulla morte mediante il rapporto tra una madre e una figlia. Partendo da fatti reali, la pellicola racconta la toccante vicenda di Elisa (Vittoria Puccini), una donna che, prima di morire a causa di un male incurabile – che le viene diagnosticato proprio durante la gravidanza – lascia alla figlia Anna (Benedetta Porcaroli) dei regali che le dovranno essere consegnati dal padre Alessio (Edoardo Leo) nei primi 18 anni di vita.

Ma il giorno del diciottesimo compleanno Anna scappa di casa arrabbiata e un’automobile la investe. Quando si sveglia, potrà finalmente conoscere la mamma. Il film rende appetibile, dal punto di vista cinematografico, una storia vera (quella di Elisa Girotto, appunto) senza toglierle nulla. Il regista Francesco Amato sviluppa diversi concetti con estrema intelligenza forte di una sceneggiatura ben scritta che rende credibile la vicenda.

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18 regali e il potere della libera scelta

Le chiavi di lettura del film 18 regali sono diverse ma tutte aprono un’unica serratura: pur non avendo il potere di cambiare le cose, spetta a noi scegliere se piangerci addosso oppure trarre insegnamento da ciò che ci è capitato. Possiamo decidere se evolverci o restare impantanati nelle lamentele e nella paura di essere ciò che davvero vogliamo essere. Il cancro, seppur invalidante e doloroso, è il viatico verso la trasformazione ed Elisa mette da parte il vittimismo per lasciare alla figlia una parte essenziale di sé.  

18 regali ci ricorda, inoltre, che esiste un momento in cui una figlia sente la necessità di prendere le distanze dalla madre per poter crescere nella diversità, portando avanti al contempo il patrimonio di insegnamenti e valori che il genitore ha trasmesso. Se questo processo per un motivo o per un altro viene intralciato, la figlia non si trasformerà mai del tutto in una donna con delle peculiarità uniche. Di conseguenza gli attacchi di rabbia serviranno a darle la giusta motivazione per crescere ed amare.

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La figlia, tuttavia, ha bisogno di interiorizzare la figura materna familiarizzando con tutte le sue sfumature caratteriali, anche con quelle che non le piacciono. Il regista di 18 regali utilizza sia l’acqua e sia l’espediente del salto temporale per far incontrare madre e figlia ma senza forzature, con delicatezza, in modo naturale e al contempo incisivo. Ne viene fuori una storia travolgente che tocca i cuori, creando tra gli spettatori e i personaggi una certa empatia ma anche pathos con quel finale ricco di emozioni. (Marica Movie and Books)

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