A Caserta in scena il Don Chisciotte “partenopeo”

Don Chisciotte (2)

A Caserta arriva Don Chisciotte.  La rappresentazione, che sarà in scena al Teatro Civico 14 di Vicolo della Ratta dal 3 al 5 maggio 2013, si basa sul testo di Antonio Antonio Magliulo e porta la firma di Antonio Iavazzo, il quale è autore Don Chisciottedell’adattamento e della regia. Lo spettacolo è prodotto dall’associazione Il Colibrì e dal Gruppo Teatrale Il Pendolo in collaborazione con Itinerarte. La pièce prende le mosse dalla storia dell’hidalgo spagnolo, ma si orienta su una rilettura partenopea che aggiusta il tiro già nel titolo “Don Chisciotte, Carluccio e la Fattucchiera”. Numerosi come sempre gli attori sul palcoscenico diretti da Iavazzo che in questa circostanza ha scelto Antonella Abys, Giovanni Arciprete, Maddalena Carapella, Andrea D’Alia, Domenico Frontoso, Andrea Iacopino, Raffaele Iavazzo (senior), Raffaele Iavazzo (junior), Rosanna Misso, Gemma Nuzzo, Diletta Siesto, Antonella Verde. Tutti già parte di un gruppo consolidato e rodato negli ultimi anni dallo stesso regista.

La trama – La storia raccontata è quella dell’eroe lontano, questa volta, dai mulini a vento, dalla sua sella, da Dulcinea e dalle pecorelle smarrite. Il cavaliere errante di Iavazzo si perde in un paesino sempliciotto della periferia di Napoli dove i problemi irrisolti restano quasi sempre gli stessi: la fame, l’amore, la gelosia, l’invidia, il duello d’onore e il pesce grande che mangia il pesce piccolo. Ed è qui che Don Chisciotte si trasforma in Don Cosciotto della magna, personaggio magro e squilibrato che sproloquia per salvare la porzione di città che lo ospita insieme al suo nuovo scudiero Sancio.

Note sulla regia – La scelta del regista è ancora una volta per un testo poco allineato, divertente e amaro allo stesso tempo, solare nelle parole e grigio nel contenuto. Don Chisciotte 3La fotografia di Napoli non è quella di una città, ma di un periodo storico che sembra non avere fine. Per Iavazzo, si tratta di «personaggi non introversi, che ironizzano sulla vita, sulle parole sbagliate dette o non dette; ecco i bisticci, pericoli evitati, avventure, baruffe, tutto in un’azione dinamica e immediata senza tempi di riflessione, ricordando così tanto quello che è la Commedia dell’Arte e i suoi lazzi». In definitiva, prosegue il regista, «una sorta di cellula che più che essere eversiva è distruttiva, non fa prendere coscienza, ma appaga, non fa scoprire ma dà conferme, semmai è un contrappeso morale, perché non mostra il disordine per auspicarlo, ma per risolverlo».

Date e orari

3 e 4 maggio 2013 ore 21

5 maggio 2013 ore 19

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