Roma- Villa Borghese rivive il Sogno di una notte di mezza estate.
Al teatro Silvano Toti. Riccardo Cavallo in regia; dal 13 al 25 agosto come ogni anno, da sette anni.
Il modo capriccioso e despotico. L’opera era stata scritta per riportarla a un matrimonio. Ma a quanto pare, il successo è stato maggiore.
Felicità mista a malinconia. Eccola, sembra di vederla la maschera in legno che sorride, ma se la capovolgi… è triste.
Questa è la drammaturgia. Questo è il teatro. Questa è la scena.
Un arcobaleno, anzi, no. Un tornato che con la sua forza ti prende e ti fa volare in altro, sì, con la fantasia. Niente paura. Il meteo porta bel tempo. Nuvole all’orizzonte non se ne scorgono.
Dicevo.. un twister di linguaggi che si intrecciano e si uniscono e si scindono per poi ricongiungersi.
La meraviglia delle fate, leggiadre, dee che seducono con i versi, sciolti. Canzoni, Filastrocche.
L’ardore degli amanti. Sensuali, corpi infuocati che si annodano in liriche amorose.
La fatica degli artigiani i quali vengono soggiogati dalle goffe parodie ai versi, raffinati.
Il tempo, breve, della felicità.
E come non sognarla, quella notte. Chiudere gli occhi e lasciarsi accarezzare la pelle dal venticello fresco soffiato dalla Luna. Il risveglio della natura. Il risveglio dei sensi.
Il sogno; di una notte. Di mezza estate.
Un augurio.
Tre universi:
La realtà di Teseo, di Ippolita e dell’intera Corte.
La realtà teatrale degli artigiani.
La fantasia di ombre e spiriti.
Dal sogno all’incubo. Arrivano Oberdon e Titania. Terribili, brutali.
La grandezza di Sr. Williams Shakespeare è manifesta. Non voglio aggiungere altro.
Romina Capone