Alessandro Rossi: la sua voce è nota al grande pubblico perché quest’attore dal timbro vocale forte e inconfondibile, ha doppiato star del cinema, fra cui Leam Neeson, Arnold Schwarzenegger e Samuel Jackson. Classe 1955. Romano. Si è accostato alla recitazione molto presto – ci dice nella seguente intervista -, appassionandosi poi al Doppiaggio prima solo come voce e poi come direttore. Alessandro Rossi lavora anche per la Televisione e recita in alcune fiction; una su tutte L’Ispettore Coliandro, dove interpreta il ruolo del commissionario De Zan. Lo abbiamo intervistato per voi.
Come si è accostato al Doppiaggio?
Ho iniziato da ragazzo, a Scuola, con il Teatro. Ho avuto un ottimo professore, il regista Giancarlo Sammartano, il quale mi ha trasmesso questa grande passione, che io già coltivavo, e il rapporto con lui mi ha spinto a provarci. Per diverse stagioni ho lavorato esclusivamente a Teatro e in Radio. E` stata Vittoria Febbi che mi ha spronato a tentare con il Doppiaggio.
Qual è stato il primo attore che ha Doppiato?
Ho iniziato con piccoli ruoli, da zero, anche perché i direttori dovevano conoscermi, mentre io mi dovevo impadronire della tecnica. Il personaggio della svolta è stato Ivan Drago in Rocky 4 con il famoso: «Ti spiezzo in due». La frase è nata in sala, quando Renato Mori – grandissimo attore italiano – suggerì di metterci una «i» in «ti spezzo». L’abbiamo fatto e il giorno dopo l’uscita del film era sul giornale. «Ti spiezzo in due» lo dicono ancora oggi i ragazzi a distanza di trent’anni. Un altro punto focale è stato la Trilogia di Ritorno a futuro…
Ascoltando la Sua voce, mi viene in mente Liam Neeson. A quale attore è più legato?
Liam Neeson è l’attore al quale sono più legato. Ha uno spessore molto elevato. L’esperienza più grande di tutta la mia carriera è stata il doppiaggio di Schindler’s List perché c’era un alto livello di coinvolgimento emotivo. L’ho doppiato credo trentacinque volte. Sono anche legato ad Arnold Schwarzenegger e a molti personaggi, come per esempio il gigante nero de Il Miglio Verde (Michael Clarke Duncan, nda).
Parliamo di Shere Khan de Il Libro della Giungla. Come si è preparato al doppiaggio della tigre più famosa al mondo?
E` stato molto bello. Quando mi hanno chiamato per fare il provino, pensavo dovessi doppiare Baloo, perché come carattere mi sento molto più orsacchione. Shere Khan è un personaggio completamente diverso; si è dovuto cercare il massimo della cattiveria senza entrare nello stereotipo del cattivo; Shere Khan aveva comunque le sue buone ragioni per comportarsi così ed è stato nel film molto valorizzato.
Si è approfondito nel film anche l’aspetto psicologico e gli animali sono delle figure archetipiche. Immagino sia stato molto impegnativo oltre che bello…
Sì. Pur dovendo attenersi all’interpretazione originaria, ho avuto più possibilità di andare a scavare nei meandri personali come attore.
Com’è la situazione del Doppiaggio italiano?
E` pessima. In questi ultimi anni il Doppiaggio ha cambiato pelle. L’enorme massa di lavoro e la richiesta sempre più pressante di abbassamento dei prezzi hanno portato a un disinteresse non solo per la qualità ma anche per il senso stesso del Doppiaggio; non importa più quasi a nessuno che si rispetti l’opera originaria e che si faccia tutto in modo corretto, con un buon livello di recitazione. L’importante è che ci sia uno che parla italiano al posto di un altro che parla un’altra lingua. Il problema del Doppiaggio, come accade per altri lavori artigianali, non è in sé la difficoltà; l’unica cosa difficile è farlo bene ma per riuscirci serve tempo e di conseguenza più risorse economiche. La richiesta arriva dai reality e dalle serie tv non sempre di buona qualità. E` come se il Doppiaggio avesse smarrito quel legame profondo che aveva con il Cinema. Prima chi faceva il Doppiaggio era un attore che si era formato nelle sale di doppiaggio, in bottega cominciando da bambino.
Il doppiatore è un attore. E` importante evidenziare quest’aspetto…
Il doppiatore non può che essere un attore. Dall’altra parte dello schermo c’è un attore e quindi chi “traduce” deve per forza di cose essere un attore.
Alessandro, come si diventa dei bravi attori in grado di fare Doppiaggio?
Fino a dieci/quindici anni fa, gli attori erano chiamati per doppiare. Era abbastanza normale che un attore decidesse di lavorare solo come doppiatore perché questo settore riusciva a darti da vivere. Poi c’è stato il grande boom del materiale audiovisivo da doppiare e tante persone vi si sono avvicinate come potevano, qualcuno anche mediante le scuole che sono proliferate sul territorio nazionale. In realtà bisogna essere innanzitutto degli attori e poi ci si esercita nel Doppiaggio lavorando su cose più piccole, un passo per volta.
I progetti in itinere di Alessandro Rossi?
Per la Tv, c’è in programma un’altra serie de L’Ispettore Coliandro che mi appassiona molto. Mentre per il Doppiaggio, come voce, ho fatto il personaggio di Grande Aquila in Angry Birds; come direttore invece, dopo Il Caso Spotlight e Al di là delle Montagne, in questo momento sto lavorando a La Leggenda di Tarzan e ad altri due film di cui però non posso parlare per vincoli contrattuali.