“La mossa del pinguino”, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 6 marzo, è stato girato senza grosse pretese: diverte, ma non abbastanza da essere un film comico, commuove ma non tanto da poter essere collocato nel filone sentimentale. “La mossa del pinguino” è invece un film sui sogni. Dedicata ai sognatori e ai puri di cuore, che vivono la vita proprio come i bambini, la pellicola di Claudio Amendola, al suo esordio come regista, non delude, perché un po’ ci riconosciamo tutti in queste persone che volano alto solo per cercare di sopravvivere alla precarietà della loro esistenza. I temi del lavoro, dei rapporti di coppia e d’amicizia sono qui affrontati solo marginalmente. I personaggi vedono una luce in fondo al tunnel della loro esistenza tetra e priva di emozioni; ciascuno di loro sa che l’oggi sarà sempre uguale al domani e quindi tutti cercano un’alternativa, per provare briciole di sensazioni sopite. Bruno (Edoardo Leo), che è padre e marito affettuoso, non ha un lavoro stabile e trascorre le notti a lavare i pavimenti di un museo con il suo amico Salvatore (Ricky Memphis) quando un giorno un’idea fissa (una delle tante) comincia a non dargli più tregua: vuole partecipare con il gioco del Curling alle Olimpiadi. Salvatore, come sempre, lo asseconda e con lui cerca altre due persone per costituire una squadra; ad affiancare i due amici saranno Ottavio, un ex vigile in pensione (Ennio Fantastichini) e Neno (Antonello Fassari), uno spaccone che si definisce, forse un po’ lo è, “il mago del biliardo”. Riuscirà Bruno a realizzare il suo sogno, superando la diffidenza della moglie Eva (Francesca Inaudi) che, stanca dell’inaffidabilità e delle continue leggerezze del marito, lo mette di fronte una scelta? Lo saprete solo guardando il film, ambientato in una Roma sempre più precaria, proprio come la vita di Bruno, Salvatore, Nemo e Ottavio.
Trailer: http://youtu.be/tMhhpoUMUs0
Maria Ianniciello