C’è un retropensiero che si potrebbe fare (almeno a me è accaduto) guardando il film Anche io di Maria Schrader che è nelle sale italiane dal 19 gennaio 2023. Il retropensiero si regge su paio di domande: ma è tutto vero? Non sarà che per soldi queste donne abbiano detto il falso? No, è tutto tremendamente vero perché ogni affermazione è documentata e documentabile attraverso atti, transazioni bancarie e testimonianze.
Anche io: recensione del film
Il film è tratto dal libro bestseller, Anche io, che descrive in maniera meticolosa ed esaustiva l’inchiesta condotta dalle giornaliste investigative del New York Times, Jodi Kantor e Megan Twohey, su Harvey Weinstein e le molestie sessuali a Hollywood. Con il loro articolo Kantor e Twohey vinsero il premio Pulitzer per il miglior giornalismo di pubblico servizio. La pellicola si sofferma nello specifico su alcuni passaggi chiave dell’inchiesta e – come ne Il caso Spotlight (questo film racconta delle indagini sulla pedofilia nella Chiesa americana condotte dal Washington Post) – vengono fuori particolari inquietanti su uno dei più importanti produttori al mondo.
Anche io mette inoltre in evidenza in modo lucido e disincantato quanto sia difficile per i giornalisti investigativi ottenere una testimonianza pubblica. Le fonti vogliono spesso restare anonime perché hanno paura di esporsi, siccome la verità potrebbe non solo compromettere le loro carriere ma anche danneggiare la vita privata.
Il caso Weinstein e l’etica nel giornalismo investigativo
Weinstein (nel 2020 è stato condannato a 23 anni di carcere) metteva in atto un vero e proprio schema predatorio nei confronti di molte delle sue dipendenti, sia attrici che impiegate. Tra le attrici figurano Ashley Judd e Rose McGowan. E man mano che le due giornaliste indagano vengono fuori altri cognomi e molti particolari.
Il giornalismo investigativo americano si avvale del metodo scientifico. Non bastano dicerie e voci di corridoio per costruire un articolo. Servono nomi, date, prove, comportamenti ricorrenti per provare quanto si sente nei corridoi, nelle feste, nelle retrovie. Ed è quello che fanno Kantor e Twohey che nel film hanno il volto di Zoe Kazan e Carey Mulligan.
Maria Schrader si insinua dunque in un territorio insidioso con la macchina da presa avvalendosi di un cast eccellente per narrare ciò che accadde alla fine del 2017. Entra anche nelle abitazioni delle due giornaliste, per dimostrare quanto sia difficile per due madri mettersi al servizio della verità. Ci dice poi che, per riuscire a conciliare maternità e carriera, è importante avere l’appoggio del partner e il sostegno di un capo come Rebecca Corbett che è interpretata nel lungometraggio da Patricia Clarkson.
Anche io non è un film d’inchiesta memorabile (non ho molto apprezzato i flashback che riconducono al momento in cui alcune sopravvissute subirono violenza o furono molestate) ma nel complesso la pellicola rende giustizia al lavoro magistrale delle due giornaliste che sono state inserite nel 2018 nella classifica del Time delle cento persone più influenti al mondo. La loro inchiesta ha infatti contribuito a lanciare l movimento #METOO.
Cos avedere sulla falsariga di Anche io?
Consiglio di vedere Tutti gli uomini del presidente; il già citato Il caso Spotlight, La regola del gioco, Bombshell, Il quinto potere, State of play, Il rapporto Pelican, Quarto potere.