C’è grande attesa alla Casa del Jazz di Roma per il nuovo appuntamento della serie “Art and Soul – Storie di Musica in Musica” curata da Alberto Castelli, che si terrà venerdi 26 ottobre 2012. Questa settimana sarà la volta di “A Song For You: la vita, l’arte e il soul di Donny Hathaway”. Protagonisti del reading musicale Alberto Castelli ,voce, Mr. DMC, soul selector, Flavio Spampinato, voce, Francesco Marchini, pianoforte.
Autore, compositore, arrangiatore e produttore, Donny Hathaway è stato uno dei personaggi più importanti e sfortunati nella storia della black music. Scomparso tragicamente quando era nel pieno della sua forza creativa, merita un omaggio sentito e appassionato, proprio come il suo stile. Come molti altri artisti del soul classico, Donny Hathaway (nato a Chicago nel 1945) esordì giovanissimo cantando il gospel al fianco di sua nonna, Martha Pitts. Dopo aver frequentato la Howard University di Washington, dove conobbe Roberta Flack, con la quale ha inciso diversi duetti di grande successo, Hathaway si trasferì a Chicago per lavorare come produttore e arrangiatore per l’etichetta discografica Twinght Records. In quel periodo collaborerò con artisti del calibro di Curtis Mayfield, Aretha Franklin, Jerry Butler e con gli Staple Singers. Dopo aver lavorato sempre come arrangiatore e produttore per la Curtom Records, l’etichetta di Curtis Myfield, Donny Hathaway firmò un contratto con la ATCO e debuttò come solista nel 1969. Con la produzione del sassofonista King Curtis, Hathaway si mise subito in luce con The Ghetto Pt.1, il brano più importante e riuscito contenuto nel suo primo album, Everything Is Everything. The Ghetto Pt.1 diventerà con il tempo un vero e proprio classico e aprirà una delle stagioni più belle e ispirate nella vicenda della Soul Music.
Hathaway sintetizzò magistralmente l’ispirazione e la sensibilità proprie del soul con il nuovo suono funk. The Ghetto pt.1 è uno di quei brani che riescono a catturare lo spirito di quel periodo, proponendo anche un suono decisamente proiettato in avanti.
Nel repertorio del suo secondo album, Donny Hathaway , pubblicato nel 1971, l’artista inserì una bellissima versione di A Song For You, brano scritto da Leon Russell. In seguito Hathaway ritrovò la sua vecchia amica Roberta Flack, con la quale incise diversi duetti che incontreranno il favore del grande pubblico. Un altro dei momenti più belli e ispirati della sua carriera è stato Someday We’ll All Be Free, canzone in perfetto equilibrio tra gospel e soul. Le intuizioni musicali di Hathaway e il suo stile come cantante hanno influenzato in maniera decisiva non solo gli artisti della sua generazione (a cominciare da Stevie Wonder che dichiarerà in più di un’occasione di aver studiato a lungo lo stile vocale di Hathaway), ma anche i protagonisti del nuovo suono black.
Purtroppo, c’era una frattura tra l’artista e l’uomo. Il primo era completamente a suo agio in studio e sul palco, mentre il secondo attraversava periodi segnati da paure, crisi e depressioni. Il 13 gennaio del 1979 Donny Hathaway si tolse la vita a New York, gettandosi dalla finestra della sua stanza al quindicesimo piano dell’Essex House Hotel. La comunità del soul perse così una figura di primo piano. Il reading che andrà in scena alla Casa del Jazz, venerdì 26 ottobre sarà un omaggio sentito e appassionato a questo grande artista.