Assassinio a Venezia: recensione
Assassinio a Venezia, il terzo film della serie di Kenneth Branagh, è molto avvincente, non quanto Assassinio sull’Oriente Express ma di più di Assassinio sul Nilo. Saranno le atmosfere tetre di una Venezia cupa, saranno i fantasmi e le sedute spiritiche, che creano pathos, facendo alzare un pochino il livello dell’adrenalina, ma questo terzo lungometraggio appassiona sin dalla prima sequenza. Hercule Poirot (Kenneth Branagh) è ormai un investigatore sull’orlo del declino, complice il dramma della seconda guerra mondiale, che con la sua violenza e la sua efferatezza, ha traumatizzato le menti collettive. E quindi anche la psiche di Poirot è pervasa da un profondo turbamento.
Trama del film di Kenneth Branagh
Siamo nel 1947 (e questo forse spiegherebbe anche la scelta di portare Halloween a Venezia, dove probabilmente c’erano ancora molti americani e inglesi). Il detective ha una guardia del corpo (un ottimo Riccardo Scamarcio, il cui personaggio non è certo marginale) perché non vuole essere disturbato da nessuno.
Un giorno alla sua porta si presenta la scrittrice di gialli, Ariadne Oliver (Tina Fey) che lo convince a partecipare a una seduta spiritica in uno storico palazzo veneziano (dove prima c’era un orfanotrofio e dove si dice che siano morti molti bambini). La seduta si terrà in occasione di una festa di Halloween. Ariadne è l’alter ego di Agatha Christie, la scrittrice più famosa di gialli dalla cui penna è nato il personaggio di Hercule Poirot.
Il detective nel palazzo conosce una medium e tutta una serie di personaggi sui generis, compresa la padrona di casa, Rowena Drake (Kelly Reilly, ovvero la Beth di Yellowstone), la cui figlia è morta lanciandosi dal balcone. La seduta spiritica è stata organizzata da Rowena per parlare con la figlia. Il detective si trova così di fronte a una serie di misteri e figure fantasmatiche che sembrano mettere in crisi il suo raziocinio. Con tre cadaveri nel palazzo, Poirot come al solito dovrà risolvere il caso. Ci riuscirà anche questa volta? Lo scoprirete al Cinema.
I tre elementi
Con una fotografia più buia del solito (la maggior parte delle sequenze sono state girate di notte), l’elemento dominante del terzo capitolo della saga cinematografica è l’acqua che dovrebbe riuscire a sciogliere le rigidità lasciando defluire le paure e le insicurezze che disturbano l’animo del famoso detective. Mentre negli altri due film predominavano il ghiaccio e il fuoco (l’ambientazione e il periodo erano differenti), qui si sceglie Venezia, la città adagiata sull’acqua, per mettere da parte il passato e ricominciare a vivere con un’energia nuova.
Il film si basa sul romanzo che Agatha Christie pubblicò nel 1969 col titolo ‘Poirot e la strage degli innocenti’ (lo trovi qui), anche se ritroviamo nella pellicola riferimenti ad altri racconti della scrittrice inglese. Da non perdere! Maria Ianniciello