Sbaglia chi sostiene che Avatar 1 (lo trovi su Disney +) abbia avuto successo solo per la curiosità data dalla nuova tecnologia in 3D. In realtà rivedendo il film 13 anni dopo, molti aspetti della pellicola mi sono più chiari. E, quindi, comincio col dire che Avatar non era un contenitore vuoto.
Avatar 1: recensione
James Cameron, dopo il successo di Titanic, girò per la Disney un piccolo gioiello della Settima Arte, rimasto nella memoria collettiva tanto che oggi quando si parla di immagini virtuali degli utenti (persone che hanno una specifica identità nella realtà e che si muovono in rete mediante account) si usa proprio l’espressione Avatar.
Cameron con il suo film campione di incassi andò oltre l’immaginabile dando l’input all’idea, forse per alcuni bizzarra ma non per questo impossibile, della nascita di mondi paralleli o meglio del cosiddetto Metaverso. La nostra realtà non ci piace e allora cosa si fa? Ne creiamo un’altra dove i nostri Avatar hanno una vita alternativa e conducono esperienze che noi nella realtà, per paura e circospezione o perché impossibilitati fisicamente, noi riusciamo o non possiamo fare.
Trama
Il concetto di Metaverso arriva proprio dal lungometraggio di James Cameron. Il protagonista del primo film della serie cinematografica si chiama Jake Sally (Sam Worthington) ed è il fratello gemello di uno scienziato americano deceduto, il cui Avatar viveva su Pandora per cercare di carpire i segreti della popolazione indigena. Jake è un ex marine ed è disabile. Quando gli danno la possibilità di muoversi con l’Avatar del fratello su Pandora, il pianeta che gli umani americani hanno colonizzato, il protagonista ritrova voglia di vivere e libertà, nonostante il contesto sia molto pericoloso per i terrestri.
Jake, dopo una spedizione, resta prigioniero nella foresta e quando le cose stanno davvero per mettersi male viene salvato da Neytiri (Zoe Saldana), guerriera e figlia del sovrano Na’vi che ha deciso di non uccidere l’alieno grazie a un segno giunto dagli alberi. A Jake viene concessa la possibilità di diventare guerriero Na’vi imparando la cultura e le tradizioni dell’antico popolo. Il protagonista però quando si addormenta ritorna alla base dove deve fare rapporto.
I marine hanno ricevuto l’ordine di sgomberare l’area dove vive la popolazione e dove risiede l’albero casa, con lo scopo di estrarre un prezioso cristallo ferroso che metterebbe fine ai problemi energetici della terra. Riuscirà Jack con l’aiuto della scienziata Grace Augustine (Sigourney Weaver) a salvare i Na’vi?
Temi antichi con tecnologia all’avanguardia
Come avrete notato i temi esposti in Avatar sono molto attuali. L’essere umano ha perso il proprio paradiso terrestre uccidendo la Grande Madre della Terra. Jack infatti nella popolazione indigena si riappropria della sua autentica dimensione e, attraverso l’amore, troverà il coraggio di osare mettendosi anche contro la sua stessa razza perché in fondo sa che Pandora è una sorta di terra promessa dove ancora i cicli della natura e i riti hanno un significato profondo, dove il male e il bene si intersecano fino a confondersi e dove ogni essere vivente è parte del ciclo vitale, nel quale nessuna specie è superiore né inferiore.
Cameron esce dunque dalla visione antropomorfica dell’esistenza creando un prodotto molto innovativo non solo per la tecnologia adoperata ma anche e soprattutto per la sceneggiatura.
Il film riprende contenuti ed idee molto antichi dando l’inizio a tanti piccoli cloni che non sono riusciti a creare la stessa magia di Avatar 1. Speriamo che i sequel non ci deludano. L’uscita di Avatar – La via dell’acqua è prevista per il 14 dicembre 2022.