Beata Ignoranza: riproponiamo la recensione che pubblicammo il 24 febbraio 2017. La pellicola andrà in onda su Rai 1, alle 21.2, questa sera (7 dicembre 2018). Ecco anche la trama e il trailer.
Beata Ignoranza offre diversi spunti di riflessione sulla società contemporanea e lo fa con i codici della commedia all’italiana, usando uno stile 2.0 e moderno. Alessandro Gassmann e Marco Giallini (i due attori protagonisti) però, sembrano – soprattutto nel primo tempo – ingabbiati nei rispettivi ruoli e la loro vena comica è impercettibile; in sintesi non si ricrea tra Gassmann e Giallini la stessa alchimia riscontrata in Se Dio Vuole (2015). La trama ruota intorno all’inimicizia venutasi a creare tra amici di vecchia data e si utilizza, quindi, il plot dello scontro verbale (ricordate Bud Spencer e Terence Hill?) per mettere in contraddizione due modi di percepire la vita con l’intento di dare un messaggio chiaro allo spettatore, così come avevano fatto diligentemente Margherita Buy e Sabrina Ferilli nel film Nemiche per la pelle.
L’ambiente principale in cui si sviluppano le gag di Beata Ignoranza è una scuola dove i due professori insegnano: Marco Giallini è Ernesto, un docente di Letteratura vecchio stampo che non si collega mai a Internet; mentre Alessandro Gassman è Filippo, un prof di matematica sui generis che ha preso la Laurea per ‘sbaglio’ e utilizza un’applicazione per risolvere le equazioni. Due mondi, dunque, che s’intrecciano e si scontrano per farci comprendere che il vero problema non è lo strumento, bensì l’uso che ne facciamo. Quando si diventa schiavi di gesti ripetitivi e ossessivi (come accade per esempio al protagonista di Don Jon – 2013), perdiamo il contatto con ciò che ci circonda e soprattutto dimentichiamo che esiste, oltre la rete, un mondo tangibile fatto di bellezza e semplicità. E allora anche una passeggiata sul Tevere diventa un modo per incontrare se stessi e quella realtà dimenticata. Ernesto e Filippo comprenderanno che qualsiasi estremizzazione è deleteria e l’occasione arriva da una figlia non voluta, non riconosciuta. La commedia incontra così il piccolo dramma e l’ignoranza, che qui diventa ‘beata’, è l’occasione per ricongiungersi con ciò che siamo realmente, giacché quello che s’ignora può essere appreso e in alcuni casi riappreso!
Beata Ignoranza, tuttavia, non ha la profondità (come potrebbe sembrare da questa recensione) di film quali Perfetti Sconosciuti (2016), che pure parla tra le righe di tecno-dipendenza ma solo per esaminare il tema dell’ipocrisia. Si tratta piuttosto di una pellicola scontata in alcune scene, che riaffronta concetti non nuovi per la settima arte ma necessari perché la smania di essere sempre connettessi e di condividere tutto ci fa spesso dimenticare i nostri veri interlocutori, che spesso sono anche i nostri cari, alienandoci e rendendoci schiavi della tecnologia o delle convinzioni come accade a Ernesto. Di seguito il trailer di Beata Ignoranza, diretto da Massimiliano Bruno. (Recensione di Maria Ianniciello)