Dopo aver ottenuto un successo a livello mondiale, con oltre 34 milioni di visitatori, è arrivata a Napoli una delle mostre più discusse degli ultimi tempi: Body Worlds.Uno spettacolo anatomico incredibile, che permette a chi se ne intende o meno, di poter avere un’occasione più unica che rara: l’opportunità di guardarsi dentro. Un’esposizione di oltre 200 organi e sezioni del corpo umano, ma soprattutto di ben 20 corpi plastinati dal discusso artista Gunther Von Hagens, meglio conosciuto in tutto il mondo come il “Dottor Morte”. Un nomignolo che trae in inganno e mente sul suo vero operato. Il famoso e rinomato anatomopatologo, infatti, attraverso la morte non fa altro che inneggiare alla vita. Più che essere un artista, infatti, il tedesco è conosciuto per essere l’inventore della “plastinazione”, una tecnica che consente di bloccare la decomposizione dei corpi deceduti senza alterarli. Una specie d’imbalsamazione completa, di mummificazione moderna che rende così tutti i corpi conservati importanti strumenti scientifici, oltre che incredibili opere immortali. Un percorso attraverso “salme” che appaiono in tutta la loro veridicità, mostrate allo spettatore per quello che realmente sono e non per quello che l’artista voglia che siano. Una mostra di verità, che scava nel profondo partendo dall’apparenza.
Un cammino attraverso le parti del corpo più sconosciute e disparate, che però finisce per essere un percorso destinato ad iniziare e a finire con lo stesso organo per eccellenza: il cuore. Nel corso della sua storia e della sua arte, moltissimi si sono avvicinati a Von Hagens non solo come spettatori, ma anche come donatori. Al momento, infatti, il “plastinatore” ha ottenuto più di 300 mila donazioni. Moltissimi sono quelli che hanno scelto di donare il loro corpo soprattutto perché ritengono il suo operato una vera e propria forma di educazione e sensibilizzazione all’amore per se stessi e per il proprio corpo. Body Worlds non racconta storie, mostra solo le più semplici verità. Fa un certo effetto, infatti, il poter vedere i reali paragoni tra organi sani, organi di fumatori e organi di fumatori malati di cancro. L’obiettivo dell’artista non è quello di far conoscere le storie dei donatori, ma far rispecchiare ognuno di noi in quei corpi e in quegli organi. E gli effetti sono immediati. In tutto il mondo, moltissime persone hanno deciso di smettere di fumare dopo aver visto la mostra, iniziando a condurre una vita più sana ed equilibrata. Nonostante la mostra sia un percorso attraverso cadaveri e pezzi di corpi anonimi, però, è impossibile non pensare durante tutto il tempo a una sola cosa: l’importanza dell’individuo nel suo significato.
La stessa parola deriva dal latino in-dividus, ovvero, non divisibile. L’anatomopatologo tedesco avrà anche scisso ogni corpo fino allo stremo, ma l’individuo che c’è dietro le più assurde divisioni resta integro, così come integra resta la sua storia nascosta. Tra tutte le opere, inoltre, ce n’è una che colpisce ogni spettatore a suo modo: La donna gravida. Una donna col ventre aperto che mostra un feto all’ottavo mese di gestazione. Nessun commento ad accompagnare simile spettacolo, che è a metà tra l’essere incredibilmente bello ed affascinante e l’essere rivoltante e spaventoso. E intorno alla donna, nella stessa stanza, embrioni e piccoli feti. Poter ammirare così da vicino “bambini” di sole cinque settimane, poter vedere con i propri occhi creature così piccole, induce indubbiamente a riflettere sulla propria vita e anche sulle proprie scelte. Nessuna questione etica, solo una risposta alla cruda verità. Una mostra sulla vita che è solo il punto di partenza per la vita stessa.
Maria Rosaria Piscitelli