Arriva dagli Stai Uniti l’ultima e sconvolgente vicenda di omofobia e di intolleranza. Se ne occupa ancora una volta il Cinema con Boy Erased – Vite cancellate.
La settima arte, traendo spunto dall’editoria, ci sbatte in faccia un’innegabile verità: le differenze fanno paura e quindi, sfruttando l’alibi di un Dio vendicativo che perdona i peccati solo se rinneghiamo la nostra natura più autentica, si vuole impaurire coloro che agiscono o la pensano diversamente dal branco. L’obiettivo? Avere il controllo sugli individui.
A dettare le regole è un gruppo più o meno circoscritto di fanatici, spesso moralistici, che si comportano da psicologi senza averne i requisiti. Ma a volte serve la furia di una madre fa uscire la polvere che è stata ben nascosta sotto il tappeto come accade in Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Boy Erased – Vite cancellate è un film non al cardiopalmo ma che fa arrabbiare. Tanto. La pellicola affronta un tema forte, sicuramente di recente molto trattato, con una lucidità disarmante, quasi giornalistica. I ripetuti controcampi e le panoramiche mettono il regista Joel Edgerton in una posizione di subalternità. Non a caso quest’ultimo interpreta ancora una volta il ruolo del cattivo proprio come aveva fatto in Regali da uno sconosciuto – The Gift.
La regia è al servizio della trama mostrandoci verso la fine, con intelligenza ed estrema finezza, sia le ragioni del padre che quelle del figlio omosessuale senza mai rinunciare al messaggio di fondo: la diversità, qualunque essa sia, arricchisce. Il campo d’azione è poi ben definito: siamo nell’entroterra degli Stati Uniti dove bigottismo e conformismo vanno a braccetto, dove in nome di un ideale religioso, basato su un’astrusa volontà di omologare i diversi (un po’ come accade nei film alla Divergent per intenderci), si compiono crimini efferati. E spesso non bisogna guardare troppo lontano né in termini cronologici né logistici per scorgere questa dura verità, perché a volte tutto accade sotto i nostri occhi senza che la stampa faccia nulla per anni, come ci dimostra il film Il Caso Spotlight.
Boy Erased – Vite cancellate racconta la storia realmente accaduta di Jared Eamons (Lucas Hedges), il figlio di un pastore battista (Russell Crowe) che – dopo aver confidato ai suoi genitori la propria omosessualità (nel cast c’è anche Nicole Kidman che veste i panni della madre di Jared) – viene mandato da quest’ultimi in una comunità di recupero, nella quale si pratica una terapia di conversione, con cui il terapeuta (Joel Edgerton) cerca di ‘estirpare’ dai suoi ‘paziente’ il ‘male’.
Joel Edgerton in Vite cancellate, indugiando sui dettagli (le mani che accarezzano il vento per esempio) fa della gestualità il fil rouge del film che si mostra all’altezza delle mie aspettative. Da vedere. **** (recensione di Maria Ianniciello)