CINEMA D’IRLANDA A ROMA

PilgrimHill

Dal 6 al 9 dicembre 2012 torna a Roma l’Irishfilmfesta, l’appuntamento dedicato alla cinematografia irlandese, giunto quest’anno alla VI edizione, che si svolge sotto il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda e della Provincia di Roma ed è realizzato dalla associazione culturale Archimedia.

Come per le scorse edizioni, il festival sarà ospitato dalla Casa del Cinema di Roma, struttura promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio e del Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la direzione artistica di Caterina d’Amico e la gestione di Zètema Progetto Cultura.

Forte del successo delle cinque edizioni precedenti, anche quest’anno il festival proporrà alcuni dei film più recenti e interessanti con l’intento di offrire al pubblico italiano uno sguardo ampio e diversificato sul cinema irlandese contemporaneo. Particolare rilievo avrà, questa volta, l’aumento delle collaborazioni cinematografiche fra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord. Le proiezioni dei film, titoli per lo più inediti in Italia, saranno accompagnate da attori, registi e produttori tra i più affermati dell’isola.

IL PROGRAMMA

Nella serata inaugurale il festival presenterà Stella Days di Thaddeus O’Sullivan, ambientato nell’Irlanda degli anni Cinquanta. Protagonista del film è Daniel Barry, un parroco – interpretato da Martin Sheen – che teme di aver perso la vocazione. Costretto dal vescovo ad organizzare una raccolta fondi, padre Daniel apre il cinema Stella ma si trova a dover fronteggiare tutti i benpensanti che vedono nei film una causa di corruzione morale.

A metà strada tra commedia romantica e monster movie, Grabbers di Jon Wright ha avuto un grande successo al festival di Galway, successo che è poi proseguito in sala. In un villaggio di pescatori Ciaran O’Shea, un poliziotto piuttosto svogliato, accoglie malvolentieri la collega Lisa Nolan, arrivata dalla sede centrale. Sul posto non c’è molto da fare per i due, finché non accade qualcosa di molto strano: l’equipaggio di un peschereccio scompare, c’è una moria di balene sul bagnasciuga e un pescatore di aragoste trova una strana creatura tentacolare nella sua nassa.

Tre fratelli tra i 7 e i 17 anni sono i protagonisti di My Brothers di Paul Fraser. Nel weekend di Halloween, i tre ragazzi rubano uno sgangherato pulmino e si dirigono alla ricerca di un orologio uguale a quello, ormai vecchio e rotto, del padre malato. Sarà un viaggio bizzarro e commovente che, dopo qualche avventuroso incontro, darà loro la forza per tornare a casa ad affrontare la morte imminente del padre. Torna sul tema della questione irlandese Shadow Dancer. Colette McVeigh è una donna repubblicana che vive a Belfast con la madre e i fratelli, tutti militanti dell’IRA. Quando viene arrestata per aver preso parte a un fallito attentato a Londra, Mac, agente dell’intelligence inglese, la mette di fronte a due sole alternative: passare 25 anni in prigione lontana dal figlio, oppure diventare una spia infiltrata nella sua stessa famiglia. Dal regista premio Oscar® James Marsh, con Clive Owen e Gillian Anderson.

Eletto miglior nuovo talento irlandese al Festival di Galway 2012, Gerard Barrett in Pilgrim Hill racconta la storia di Jimmy Walsh, un agricoltore che vive da solo occupandosi del bestiame e del padre malato. Jimmy passa le sue giornate abbastanza serenamente, ma non è preparato al colpo che la vita sta per riservargli.

Al centro di Milo dei fratelli Boorsma c’è un bambino di dieci anni che non sa di essere affetto da una grave malattia genetica. I genitori, che puntano al successo e al benessere, tengono segreta la condizione del figlio. Ma un rapimento fallito, un’amicizia inconsueta e un confronto violento li costringeranno ad accettare le loro vite imperfette.

Keys to the City, diretto da Christopher Brennan, Mel Cannon e Laura Way racconta tre storie nella Dublino dei giorni nostri, che formano un ritratto intimo di gente comune alle prese con piccole e grandi difficoltà.

Life as an Interface di Laurence McKeown si focalizza sul progetto Skegoneill Glandore di Belfast. Il progetto – al quale partecipano ex lealisti ed ex repubblicani, in un’area di confine priva di muri e separazioni – è un esempio di come, attraverso l’arte, le diverse comunità irlandesi riescano oggi ad affrontare i traumi della guerra civile.

Vincitore del premio Oscar® 2012 per il miglior cortometraggio live action, The Shore di Terry George ha per protagonisti due amici di infanzia che si ritrovano dopo essere stati divisi per 25 anni a causa dei Troubles. Con Ciaran Hinds e Kerry Condon, entrambi già interpreti di Rome.

A completare l’omaggio a Terry George, l’Irish Classic previsto per questa sesta edizione sarà Some Mother’s Son, da lui diretto nel 1996 e interpretato da Helen Mirren e Fionnula Flanagan. Basato sullo sciopero della fame dei detenuti repubblicani irlandesi nel 1981 nel carcere di Long Kesh, il film si concentra sul dilemma di due madri che si trovano a dover affrontare la morte imminente dei rispettivi figli.

Come di consueto, ampio spazio sarà dedicato agli incontri con i protagonisti della cinematografia irlandese.

Ospite d’onore Fionnula Flanagan, la grande attrice dublinese vista in film come The Others, Transamerica, Svegliati Ned e in serie tv come Brotherhood, Lost. In arrivo da Los Angeles, Fionnula Flanagan sarà al centro di un’intervista pubblica dopo la proiezione di Some Mother’s Son.

L’attore, regista e sceneggiatore Terry McMahon (My Brothers) terrà una masterclass di recitazione dove spiegherà i segreti del proprio mestiere. Altri ospiti del festival saranno l’attore Stuart Graham, (Shadow Dancer e Milo) e l’attrice Una Kavanagh (Keys to the City), i registi Laurence McKeown (Life as an Interface) e Gerard Barrett (Pilgrim Hill).

Come per le scorse edizioni, anche quest’anno sarà dedicato spazio al documentario con due film molto diversi per stile e tematica. Saving the Titanic, diretto da Maurice Sweeney, è un docu-drama basato sui resoconti di testimoni oculari che ricostruisce quanto avvenne nella sala macchine del transatlantico, dove una squadra di ingegneri e di fuochisti lottò disperatamente contro il tempo sacrificando la propria vita.

Tim Robinson: Connemara di Pat Collins prende spunto dal lavoro che lo stesso Robinson ha fatto nel corso degli ultimi trent’anni tracciando le mappe di una delle regioni più aspre d’Irlanda. Nel documentario, che esplora territorio, storia e mitologia del Connemara, scrittura e cinema si fondono grazie a due artisti che fanno parlare la natura attraverso la loro opera.

Oltre ai lungometraggi, anche per questa edizione il festival propone una sezione competitiva interamente dedicata ai cortometraggi con dieci titoli in concorso. Il corto vincitore, decretato da una giuria di professionisti del settore, sarà premiato durante la serata conclusiva del Festival. Infine, un’attenzione particolare alle nuove forme dell’audiovisivo sarà data dalla proiezione speciale della web serie The Begrudgers diretta da Philiph Doherty.

 

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