Dieci anni lunghi un sogno, quelli in cui Claudio Baglioni ha maturato nella sua testa, e nel suo cuore di artista di lungo corso, un nuovo modo per far fronte ad un mondo che, nonostante tutto, ha ancora bisogno di alcuni valori basilari a cui aggrapparsi. Baglioni questo lo sa bene e nel suo nuovo disco “Con Voi” disegna una cornice diversa per un ritratto dell’umanità dai tratti ben delineati. I suoi dodici brani, circondati tra introduzione, intermezzo e finale, trasmettono, attraverso le parole e la musica, una vita fatta di passione ed incontenibile energia. Un trentennio che va dai favolosi anni sessanta ai dannati anni novanta segna lo spartito di note ed emozioni raccontate, una ad una, in un serbatoio di parole sempre pregne di significato autentico e vero.
Il disco si apre con la title track “Con Voi” a conferma di un’urgenza che non può aspettare.Il bisogno di condivisione, di continuo e reciproco arricchimento è un processo necessario, vitale, non procrastinabile. “Del doman non v’è certezza” canta Baglioni, citando il lungimirante Lorenzo il Magnifico ne “Gli anni della gioventù'” e, alla luce di questa ansiogena incertezza esistenziale, è bene godere la vita attimo per attimo, sogno per sogno, delusione per delusione. Il cantautore cavalca il pentagramma con assoluta padronanza, completamente immerso nel suo cammino esistenziale in note. Colori, orizzonti, spazi, ambienti, figure, ricordi, pensieri, sospiri fanno rispettivamente parte delle storie che, ad una ad una, compongono i tasselli di un dono. “Dieci dita” e “Noi due là” sono due intense ballate che trattano di due forme diverse d’amore: quello tra genitore e figlio e quello carnale. “In un’altra vita” è un incendio di passione mentre “Come un eterno addio” lascia che la tensione emotiva raggiunga il picco massimo attraverso le sensuali movenze del tango per poi spegnere tutto d’un botto l’ardore attraverso la consapevolezza che non potrà esserci un futuro. Spazio ad una dimensione goliardicamente amarcord con “E chi ci ammazza”: un sound insolitamente ritmato conquista l’orecchio mentre un linguaggio ricercato disegna un quadro puntinista della propria gioventù.
“In cammino” è un brano energico che incita al riscatto e invoglia a mettersi in gioco mentre “Una storia vera” si riappoggia alle sonorità più tipiche degli anni ’70. L’amore trova diverse forme d’espressione con Baglioni che continua a declinarne ogni versione e lo fa anche in “Gli anni della gioventù” e in “Va tutto bene” , brano, quest’ultimo, decisamente arricchito dall’intensità della tromba di Fabrizio Bosso. “L’ultima cosa che farò” è una cavalcata di un eroe di altri tempi che, fiero delle sue imprese, lancia un ultimo dardo a favore di una questione tanto delicata quanto complessa e amara, attraverso il bellissimo testo de le “Isole del sud”, dedicato ai migranti e all’ idea che il sogno di una vita prima o poi riesca a trasformarsi in una vita da sogno.
Raffaella Sbrescia