Il film andrà in onda questa sera, 20 giugno 2017, su Rai Uno in prima serata. Qui la trama e la recensione di Con il sole negli occhi.
Con il sole negli occhi: recensione
I film di Pupi Avati sono intrisi di bellezza e nostalgia, a prescindere dal tema trattato. Il modo con cui il regista e scrittore costruisce le sequenze e usa la macchina da presa non è mai casuale. Le immagini sono le protagoniste indiscusse del suo Cinema, non le parole che aggiungono solo valore ad una scena e a volte sono del tutto inutili. Con il sole negli occhi (di seguito la trama) non fa eccezione.
La pellicola – che è stata prodotta per la Televisione ed è andata in onda nel febbraio del 2015 – è come un atto liberatorio e dovuto. Realtà e finzione si mescolano in questo film che affronta la tragedia dell’immigrazione con una lucidità intellettuale e un’armonia che disarmano. I barconi si catapultano e il Mediterraneo è ormai un cimitero. Con il sole negli occhi non vediamo il tragitto da compiere perché i raggi solari ci abbagliano impedendoci del tutto la visuale.
Il dolore della perdita, il tema della maternità mancata e dell’adozione, l’importanza delle radici e della Memoria rendono Con il sole negli occhi una pellicola degna di nota che, con uno stile prettamente televisivo, coinvolge ed emoziona. La bellezza di un singolo gesto, apparentemente semplice e privo di aspettative, è poi il valore aggiunto di questo film. La protagonista, con gli occhiali da sole che usa spesso, e tanta dignità scorge nella disumana follia l’amore puro. Da non perdere.
Con il sole negli occhi: trama
Il personaggio principale si chiama Carla ed è un avvocato. Interpretata magistralmente da Laura Morante, questa donna vede la sua vita coniugale frantumarsi da un momento all’altro, senza alcun preavviso. Tutto il suo mondo si sgretola. Il dolore – dice – deve essere consumato in fretta e, proprio quando tutto sembra perduto, Carla incontra un bambino siriano che vive in un centro per le piccole vittime dei naufragi.
La struttura è gestita da persone dotate di una grande umanità, tra queste c’è Miriam, una ‘saggia’ Lina Sastri. La protagonista si lega al bambino e alla sua causa. Marhaba (questo il nome immaginario del piccolo) non parla e l’unica testimonianza del suo passato è una foto color seppia, nella quale è con altri due bambini che forse sono i fratelli. Ciò che però conta è il legame che si viene a creare tra Carla, che non è mai diventata mamma, e Marhaba. L’uno completa l’altro ed entrambi hanno una seconda chance.