Sono trascorsi ormai più di 20 anni da “Curre Curre Guagliò”, brano dei 99 Posse, simbolo della protesta e della voglia dei giovani di affermarsi e di cambiare una società nella quale non si riconoscevano più da tempo. La band napoletana è stata la prima a creare, in quel periodo, un vero e proprio laboratorio politico e di approfondimento sociale, attraverso la propria musica, ai testi forti e chiari e ai concerti-evento, all’interno di Officina 99, grande centro sociale occupato di Napoli e punto di riferimento per molti giovani contestatori.
Dopo due decenni, Luca Persico (alias O Zulù) e Marco Kaya Pezz8 Messina, tornano con un nuovo progetto che parte proprio dal passato, da quell’album cantato in dialetto napoletano su basi hip hop e punk così intenso e innovativo da conquistare l’ambita Targa Tenco. Voglia di rivalsa e tanta rabbia in corpo e nella voce, una rabbia però costruttiva, riversata in musica e parole per smuovere le masse e sollecitare le coscienze. Il singolo, colonna portante dell’intero disco del 1993 (da cui l’album prende il titolo) è stato utilizzato dal regista Gabriele Salvatores come colonna sonora del suo film,“Sud”.
Dal successo di allora ecco emergere oggi un nuovo album, già ai vertici della classifica di vendita: “Curre Curre Guagliò 2.0 – Non un passo indietro”, uscito su etichetta Artist First, non è altro che la versione moderna, aggiornata, rivisitata del precedente lavoro. Il disco presenta 14 vecchi successi del gruppo rap/raggamuffin partenopeo e altre tracce realizzate con ospiti importanti: cantanti e musicisti chiamati per celebrare l’anniversario insieme ai 99 Posse. Spicca il rapper Clementino, che presenta “RipetuClemente, Roy Paci con una versione inedita di “Ripetutamente”. Samuel dei Subsonica, che si cimenta con la band napoletana in una sorprendente “Curre Curre Guagliò”, riproposta con altre vesti anche dal maestro del raggea Alborosie insieme a Mama Marjas. E poi la pietra miliare degli anni Novanta, “Rigurgito antifascista” trasformata dalla Banda Bassotti, fino a “Odio” (arricchita dalla voce di Pau dei Negrita e dall’energia dei Punkreas) e “Napolì”, speziata e più gustosa grazie al lavoro compiuto da Enzo Avitabile e dai Bottari. Non manca J- Ax, che firma “Rappresaglia rap” e il comico e attore Paolo Rossi, amico dei 99 Posse, in coppia con Caparezza a regalare una modernissima “O documento”.
Canzoni nuove, o quasi, e anche suoni diversi, aggiornati rigorosamente secondo i gusti e il dna della band. I testi parlano sempre di rivoluzioni, di occupazioni, di lotta sociale ma con uno sguardo diverso, un sapore più amaro perché quella rivolta e quel cambiamento tanto cercato e sperato non si è mai realizzato. O almeno non lo si è potuto/voluto fare nell’ultimo ventennio italiano. “La rivoluzione è lontana, forse non ci sarà mai. Ma le piccole cose sono cambiate. Se il mondo forse è anche peggiore rispetto al 1993, la nostra vita ha spazi, speranze e suoni che allora non c’erano” ha spiegato Zulù al quotidiano Il Mattino.
Come precisa lo stesso titolo dell’album, non un passo indietro, non un’operazione di nostalgia, non una celebrazione di se stessi e dei bei tempi che furono, ma un lavoro che si ispira al fervore e agli intenti di ieri per affrontare con più forza e determinazione l’oggi e, soprattutto, il domani, pieno di sfide per un Paese stanco e che si trascina faticosamente sulle proprie deboli gambe. Un album che è già un successo a pochi giorni dall’uscita e che, come 20 anni fa, promette di fare scintille e di portare scompiglio nel panorama musicale italiano.
Silvia Marchetti