Dario Fo terrà alla Scuola Paolo Grassi di Milano una lezione-incontro aperto al pubblico, un momento di studio e di improvvisazione con gli attori della scuola. L’evento si svolgerà lunedì, 11 febbraio alle 17.30. Dalle 19.30 fino a tarda sera seguirà una maratona dei pezzi più popolari di Dario Fo e Franca Rame. Fabulazzo Osceno, Storia della Tigre e Mistero Buffo saranno interpretati dagli stessi giovani diplomati della Scuola Paolo Grassi e dell’Accademia Nico Pepe, che hanno già portato il repertorio del maestro con grande successo ad Avignone off 2012, Mittelfest 2012, Giovani realtà del Teatro di Udine 2012, Le Vie dei Festival Roma 2012, Festival dei beni confiscati alla mafia Milano 2012.
“Mistero Buffo” dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano in un capannone di Porta Romana, è stato replicato migliaia di volte in Italia e in tutto il mondo. Lo spettacolo nacque con l’intento di dimostrare l’esistenza storica di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. C’erano monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa. A più di quarant’anni di distanza, in un contesto storico‐sociale profondamente cambiato, l’impatto di queste storie sul pubblico continua ad essere forte, immediato, capace di far emergere emozioni, pensieri e ideali condivisi. Ne sono la prova i ragazzi che vedono oggi per la prima volta Dario Fo e Franca Rame recitare in teatro: coinvolti dalla vitalità giocosa e irriverente di questo particolare modo di raccontare, riscoprono la possibilità di riappropriarsi della “Storia” da un punto di vista nuovo, cioè attraverso “altre storie’” diverse e attuali, proprio come accadde a quella generazione di giovani che vide Mistero Buffo in scena nei primi anni ’70. «Da qui è nata l’idea di proporre al gruppo dei nostri giovani attori e attrici diplomati quest’anno, di lavorare ad uno spettacolo composto da alcuni dei “pezzi” più famosi di questo repertorio: una sfida appassionante per studiare un linguaggio d’alta teatralità e restituirlo attraverso un gioco vivo di reinvenzione degli attori», affermano dalla scuola.