Il Don Giovanni è, come sappiamo, un melodramma lirico in due atti dell’ indiscusso genio Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte che, dopo il clamoroso successo ottenuto con “Le nozze di Figaro”, si trovò a collaborare con lui anche per questo lavoro. In scena il 29 ottobre del 1787 a Praga, «accolta con il più vivo entusiasmo», come scrisse lo stesso Mozart, l’opera restò in cartellone per molte settimane. Don Giovanni gode tutt’oggi, di una fama mondiale grazie ad una vita scenica praticamente ininterrotta. Donna Anna, Donna Elvira, Zerlina sono solo alcune delle centinaia di vittime amorose di Don Giovanni, un uomo fascinoso, saccente ed impenitente che si aggira, impunemente, per le strade. A sbatterlo all’inferno ci pensa la terribile statua del Commendatore, una delle sue vittime che, fino alla fine, cerca di indurre Don Giovanni al pentimento.
Un essere licenzioso, depravato, assolutamente privo di un’etica morale è, dunque, il protagonista di un’opera dall’eleganza antica ma dal contenuto assolutamente attuale. Rivisto in ogni forma e stravolgimento cinematografico, musicale e teatrale, il fascino del Don Giovanni è rimasto inalterato nel tempo. Toni e semitoni, tragedie e farse grottesche, amori, seduzioni e vendette si lasciano accompagnare da musiche aspre e frivole, drammatiche e gaie. Il binario di un’eterna montagna russa: la vita.
Raffaella Sbrescia