Per andare avanti talvolta bisogna guardare in dietro. Per evolversi talvolta bisogna guardare a terra, dritto verso le radici. Elegia Americana non è solo un film sul classico sogno americano, con promesse mantenute, magari fatte su un letto di morte, e desideri realizzati con la forza di volontà andando oltre la propria condizione sociale di partenza per salire la vetta e infrangere finalmente il soffitto di cristallo.
Elegia americana: recensione e trama
In un’America che sembra offrire pari opportunità a tutti, il film Elegia Americana procede con una specifica narrazione che è ancora molto in voga negli Stati Unti e che ammalia gli italiani. Non che negli Usa non sia realmente così… non che non si premino i talenti per favorire solo i privilegiati. Talvolta accade ma non tutte le volte. Non con così facilità. Infatti, c’è chi quel soffitto di cristallo non riesce ad infrangerlo e non per cattiva volontà!
Il film racconta una storia particolare per descrivere l’universale e il protagonista (Gabriel Basso) guarda indietro, a quando era solo un ragazzino tormentato da una madre tossicodipendente (Amy Adams) e sostenuto da una nonna (Glenn Close), che nonostante gli errori commessi, riescì a dargli la spinta necessaria per andare al di là dei propri limiti.
Eppure Elegia Americana si appiattisce proprio nella descrizione di questa spinta; infatti con poche emozioni forti, la pellicola non è né innovativa come Boyhood per esempio, né anticonformista come Erin Brockovich – Forte come la verità, dove il sogno americano lo si tocca con mano grazie alla straordinaria performance di Julia Roberts che rende la pellicola anche un potente film femminista.
Elegia Americana, che è diretto da Ron Howard, è troppo mite, molto ragionato e poco istintivo. Le emozioni sono messe da parte, come se quest’idea d’America fosse diventata poco credibile anche per chi ce la vuole raccontare. Un ideale forse irraggiungibile e pretenzioso che nel tentativo di dare a tutti la medesima chance forse appiattisce le diversità con un modello di successo troppe volte effimero e pretenzioso.
Trovi il libro da cui è tratto il film qui
Trama del film
La pellicola, che puoi vedere su Netflix, ruota intorno ad una telefonata inaspettata. J.D. Vance è uno studente di Yale che sta per ottenere un importante incarico quando la sorella gli dice che la madre è ricoverata per overdose. Lui ritorna in auto nel Sud dell’Ohio e, con una serie di flashback, ripercorre la sua adolescenza tra passato e presente. Forse perché per volare alto deve fare pace con le proprie radici. Il film – che è tratto dal libro autobiografico di J.D. Vance, uscito nel 2016, è sceneggiato da Vanessa Taylor che ha lavorato alla sceneggiatura di film importanti, quali Divergent e La forma dell’acqua, con il quale vinse l’Oscar nel 2018. Voto: [usr 2.5] Maria Ianniciello