Emanuele Barbati è un cantautore di Taranto. Dopo essersi laureato in musicologia, ha studiato chitarra, pianoforte e produzione musicale, Emanuele è stato per un periodo nella Bay Area di San Francisco, in America, dove ha avuto la possibilità di interfacciarsi con importanti etichette indipendenti. In seguito alla pubblicazione del suo primo album intitolato “Sulla Stessa Via”, Emanuele è tornato in sala di registrazione per un nuovo lavoro discografico che vedrà luce in primavera. Intanto lo scorso novembre è uscito il nuovo singolo “Finalmente”
Emanuele lo scorso 7 novembre è uscito il tuo nuovo singolo “Finalmente”. Di cosa tratta questo brano, a quale idea si ispira il video che lo accompagna e da quale progetto è tratto?
Il brano lo definirei un’esame di coscienza alla fine di una storia d’amore, è come quando qualcuno ti mette di fronte ad uno specchio e puoi scegliere di guardare quell’immagine di te che non guardavi da un po’. L’idea del video ricalca la storia del brano: è la storia di un ragazzo che, dopo aver fatto i conti con sè stesso, cerca di recuperare un amore perduto. Questo brano è il primo singolo di un disco che uscirà in primavera.
Hai studiato chitarra, pianoforte e produzione musicale. Quale di queste dimensioni senti più tua?
Mi piace molto l’aspetto produttivo della musica, sia quello artistico che esecutivo. Dare forma ad un’idea canzone, svilupparla artisticamente e poi renderla un progetto spendibile mi appassiona sempre.
Quanto ti hanno aiutato gli studi in musicologia nello sviluppo della tua passione per la musica?
Lo studio della musicologia e della storia della musica ha sicuramente dato spessore culturale al mio approccio compositivo, nonostante musica pratica e musicologia siano due realtà molto diverse tra di loro.
Il surf è un’altra tua passione. Ci racconti come è nata e se pratichi ancora questo sport?
Quando sono a casa mia di solito non c’è giorno in cui non vada al mare, dunque il surf è stato un modo per poter stare in acqua anche a gennaio quando al mare c’è solo chi lo ama davvero.
Quali sono i ricordi più importanti della tua esperienza in America?
Sicuramente aver scoperto una realtà socioculturale molto diversa dalla nostra, aver potuto guardare da vicino altri sistemi di produzione e promozione musicale, poi tutte le band che ho sempre amato sono nate nella bay area di San Francisco dunque per me è stato come un pellegrinaggio in Terra Santa.
Come sviluppi la tua esigenza comunicativa nei testi che scrivi?
Io credo di scrivere perchè ho una difficoltà evidente ad esprimere quello che penso come farebbero tutte le persone normali. Quindi di solito mi affido ad una canzone quando devo dire qualcosa di urgente o importante, in fin dei conti credo che non potrei essere più sincero di quando scrivo una canzone, anche perché mai tradirei la musica!
Che rapporto hai con la Puglia ed il mare?
La Puglia è una regione lunghissima, io sono evidentemente legato al territorio tarantino che, pur essendo martoriato da inquinamenti ambientali e pure etici, resta un posto bellissimo per la natura e per i rapporti che permette di instaurare con le persone. Per quanto riguarda il mare, detto alla Kerouac, è mio fratello.
Ci spieghi il significato che ha per te la frase “Finalmente piango anche io” e quale sfumatura di significato essa potrebbe avere per chi l’ascolta?
Per me è stato un modo per imprimere con un verso un momento ben preciso della mia vita. Ma, in fondo, le canzoni diventano proprietà di chi le ascolta ed ognuno ha le sue sfumature da affidare ad un brano.
A cosa stai lavorando adesso?
Proprio in questi giorni stiamo lavorano alle registrazioni dei nuovi brani che andranno insieme a “Finalmente” a comporre il nuovo disco.
Quando e dove ti potremo ascoltare dal vivo?
Ho delle date per le festività natalizie in Puglia. A febbraio, invece, girerò un po’ lo stivale, le date saranno disponibili presto sul mio sito e sulla pagina Facebook!
Raffaella Sbrescia
Video: “Finalmente”