Era ora: recensione del film
Era ora (col suo titolo che può avere un doppio significato) è una brillante parodia sul tempo. Il cinema, attraverso film più o meno convincenti, si è interrogato spesso sul rapporto che l’essere umano ha con il trascorrere del tempo tra necessità di rimanere giovani per illudersi che la fine non sia imminente e bisogno di congelare i ricordi belli.
Il film italiano Era ora si inserisce in questo ampio filone cinematografico che fa del tempo oggetto di analisi mediante più generi e sottogeneri cinematografici. Da La casa sul lago del tempo (2006) e Premonition (2007) – entrambi con Sandra Bullock – sino ad una Questione di tempo (2013) ed a Interstellar (2014), la settima arte si è accorta che le ore sembrano sfuggirci di mano, soprattutto oggi, soprattutto con i nostri ritmi frenetici. Tanto che c’è chi – quasi come se volesse riappropriarsi di un pezzo della giornata trascorso interamente al lavoro – dorme meno per potersi dedicare a tutte quelle cose che non può fare durante il giorno. Sì, sta accadendo anche questo!
Trama del film di Netflix
In Era ora (che attualmente è ai primi posti dei dieci film più visti di Netflix) il personaggio di Edoardo Leo si chiama Dante, come il Sommo Poeta che viaggiò tra i mondi proprio nel momento in cui era (un po’ come il protagonista di questo film) nel bel mezzo del cammino della vita quando si ritrovò in una selva oscura. Sicuramente i ritmi di Dante Alighieri non erano estenuanti ma le preoccupazioni non gli mancavano!
Una commedia grottesca con toni drammatici
Alessandro Aronadio (Io c’è; Gli uomini d’oro…) gira una commedia che ha le sfumature del dramma. Il protagonista, dopo essere andato a letto (la sera prima aveva festeggiato il 40esimo compleanno dopo una giornata estenuante), si risveglia invecchiato di un anno. La compagna Alice (anche questo nome, secondo me, non è casuale) è incinta ma lui non ricorda nulla. Dante lavora senza tregua per un’importante azienda; Alice è un’illustratrice, si amano molto e si rispettano.
Dante è sotto un incantesimo: sembra non riuscire a fermare le lancette dell’orologio perché in un battito di ciglia si ritrova invecchiato di un anno e non solo quando si addormenta. Le cose, così, iniziano a cambiare velocemente e lui non le vive. La figlia cresce, il rapporto con Alice (un’ottima Barbara Ronchi) è in crisi tanto che la compagna frequenta un altro uomo, un certo Omar (Raz Degan), il suo amico Valerio (Mario Sgueglia) si ammala di cancro, il padre (Massimo Wertmüller) ha la demenza senile. E lui non può fare nulla. L’unica cosa che resta sempre la stessa è quel pancake che gli viene preparato il giorno del suo compleanno. E anche questo non è un caso a mio avviso, perché i pancakes – che abbiamo importato dagli Usa insieme ai ritmi frenetici di lavori sempre più annichilenti – sono dei dolci americani che si mangiano tradizionalmente a colazione.
Una riflessione ben pensata
Era ora è insomma una riflessione ben pensata (ottimo il montaggio di Roberto Di Tanna e brillante la sceneggiatura di Alessandro Aronadio e Renato Sannio) sui ritmi lavorativi e sull’impossibilità di godersi gli affetti nella nostra società logorroica, nella quale il protagonista è rimasto incastrato per non ripetere gli stessi errori del padre. La pellicola – che è il remake del film ‘Come se non ci fosse un domani’ (2011, lo trovate sulle varie piattaforme a noleggio) – dà una sua personale risposta a problematiche oggi sempre più sentite. Da vedere. Maria Ianniciello