Ho visto “Il colore della libertà – Goodbye Bafana” due volte. La prima nel 2007, quando il film diretto da Bille August è uscito al Cinema; la seconda qualche giorno fa in tv, su Sky, comodamente seduta sul divano di casa mia. L’effetto che la pellicola ha sortito su di me non è stato lo stesso. Nel 2007 Nelson Mandela era ancora in vita. All’epoca ho provato rabbia per quello che lui ha dovuto subire, ma anche tanta compassione per questo personaggio che ha cambiato il volto del Sudafrica, un Paese messo in ginocchio dall’apartheid. Come si vive rinchiusi per ventisette anni in una cella? Cosa si prova quando l’unico crimine che hai commesso è quello di aver desiderato la libertà per i tuoi cari e per la tua gente? Cosa si prova quando in nome della libertà, che per te non avrà mai un colore, rinunci a te stesso senza mai scendere a compromessi con i tuoi carcerieri? Il film, che è basato su una storia vera, non risponde a queste domande, piuttosto si focalizza sul rapporto instaurato tra James Gregory (Joseph Fiennes), guardia addetta alla censura presso il carcere di Robben Island, e Mandela (Dennis Haysbert). Tra i due nasce una profonda amicizia, tanto che Mr Gregory, ossessionato dal carisma di Nelson, è costretto a chiedere il trasferimento. Siamo nel Sudafrica del 1968. Madiba è stato condannato all’ergastolo, ma ha l’espressione dell’uomo libero. James invece, condizionato dalla politica razzista dell’apartheid, arriva con la sua famiglia a Robben Island, con delle idee precise e con la voglia di far carriera. Nei suoi ricordi però c’è Bafana, l’amico di colore dell’infanzia. James non è uguale a tutti gli altri. S’intuisce da subito. Nel film la grande Storia è solo uno sfondo, non sbiadito, sul quale scorrono le immagini di trent’anni di lotte che culminano con la liberazione di Mandela nel 1990. “Il colore della libertà” – se la prima volta mi ha spronato ad approfondire la vita e le azioni di Madiba per cercare di dare una risposta alle mie domande – la seconda ha fatto nascere in me nuovi interrogativi: cos’è accaduto dal 1990 a oggi in Sudafrica? Mandela ha mantenuto le sue promesse? E i Boeri oggi come vivono? Questa pellicola, nonostante alcuni limiti, apre la mente stimolando la curiosità nello spettatore. Da vedere, dunque.
Maria Ianniciello