Gli anni più belli: recensione e trama del film di Gabriele Muccino

Gli anni più belli è un film di Gabriele Muccino che è uscito al cinema a febbraio 2020. Lo trovi su Netflix in abbonamento, YouTube, Google Play Film, Apple Tv e Amazon Prime Video a noleggio.

‘Gli anni più belli’: recensione e trama del film

E’ il tempo l’asse portante de Gli anni più belli. Tempo che accomuna. Tempo che scorre portando dietro di sé antichi rancori e ferite. Tempo che sana e lenisce.

La macchina da presa di Muccino, indugiando sul mezzo busto di Giulio Ristuccia (Pierfrancesco Favino), ci porta nel 1982. I protagonisti sono un gruppo di adolescenti, in balia degli ormoni e della voglia di scoprire l’inconoscibile in una Roma già troppo lontana per noi altri.

In questo contesto il destino gioca a dadi con le vite dei personaggi, rendendoli fragili ed indifesi ma anche forti e coraggiosi nelle loro insicurezze. Ognuno infatti è l’uno e l’altro in questa danza degli opposti che è la Vita!

Gli anni più belli recensione

L’adolescenza, l’amicizia… l’amore

Gli anni più belli sono quelli adolescenziali per Muccino che racconta anche la storia d’amore tra Paolo (Kim Rossi Stuart) e Gemma (Micaela Ramazzotti), nata proprio sui banchi di scuola.

Muccino ci dice, dunque, che l’estate più bella, per i suoi personaggi, non è quella dei tredici anni, come ne Il tempo delle mele, bensì dei sedici, quando Paolo e Giulio trascorrono una vacanza «incredibile» a casa di Riccardo (Claudio Santamaria), tra piccionaie e pranzi all’aperto.

Il regista de L’ultimo bacio descrive, quindi, non solo l’amore ma anche l’amicizia in un Paese scosso da eventi traumatici, così come vengono scosse le esistenze di questi ragazzi.

Eppure, purtroppo, anche gli anni più belli passano mentre alcuni personaggi cambiano pelle e si adeguano ai tempi. Il mutamento, tuttavia, è solo di facciata perché in profondità ognuno rimane fedele a quell’immagine antica che custodisce gelosamente nel cuore.

Emozioni senza tempo…

Gabriele Muccino gira, insomma, un piccolo gioiello, molto distante da La ricerca della felicità, da Sette anime, da Quello che so sull’amore e da Padri e figlie. Qui c’è l’Italia con i suoi pregi e i suoi difetti. Qui ci sono le piccole storie che s’intrecciano con la Grande Storia, plasmando i protagonisti e regalando emozioni senza tempo.

Ne Gli anni più belli il regista fa leva anche sul senso di nostalgia, che ci accomuna più o meno tutti, e sul desiderio, fin troppo umano e del tutto primordiale, di trovare il vero amore.  Ne sa qualcosa Gemma, vittima del destino! E ne sa qualcosa Giulio, insegnante idealista che con pazienza aspetta di diventare docente di ruolo mentre accudisce la madre anziana.

In questo film torna, inoltre, il tema della paternità con Riccardo, padre precario a cui viene tolto il figlio Arturo, e con Giulio che ama la sua Sveva a dismisura. E tornano anche i temi del divorzio e dell’ascesa professionale, per la quale, a volte, si è costretti a fare compromessi.

Tutto questo mentre Roma fa da sfondo e diventa la cartolina ideale di vite che scorrono troppo in fretta tra amori e dissapori, come aveva già saputo fare con sapienza ne L’ultima ruota del carro Giovanni Veronesi.

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Muccino omaggia il grande Cinema Italiano

Ne Gli anni più belli di Muccino c’è l’essenza del grande Cinema italiano. C’è Ettore Scola con C’eravamo tanto amati. E c’è Federico Fellini, con Mastroianni e La dolce vita. Ma c’è anche un pizzico di Vittorio De Sica. Rende, dunque, omaggio all’Italia Muccino, senza imitare chi lo ha preceduto.

Un cast di grandi attori…

Un plauso al regista e a tutto il cast, anche ai giovani attori (Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo De Buono e Alma Noce) che hanno interpretato i protagonisti da adolescenti. E complimenti ad Emma Marrone per il ruolo di Anna, la moglie di Riccardo. Maria Ianniciello

L’articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2020 ed è stato aggiornato il 6 agosto 2022.

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