I Grammophone sono Nicola Bonelli (Drum Kit), Felice Calenda (Bass/Lead Vocal), Antonio Concilio (El Gtr), Gianni Anzillotta (El Gtr) e Cristian Peduto (Piano/Synth and Electron Ics Samples) il loro sound è caratterizzato da un vorticoso turbinio di elementi energici. L’album “Multiverso” rappresenta il loro esordio discografico ed è proprio qui che questi giovani musicisti originari di Eboli hanno racchiuso le loro emozioni attraverso un linguaggio originale ed una tangibile tensione emotiva. L’elemento chiave della loro musica è un forte sperimentalismo sonoro che dal vivo si trasforma in energia allo stato puro.
Quali sono le idee e i presupposti con cui è nato “Multiverso” e come sta procedendo, invece, la raccolta del materiale e la focalizzazione delle idee per il vostro nuovo lavoro?
“Multiverso” è un disco nato in sala prove dall’unione di cinque diverse identità con le proprie idee e le proprie esperienze alle spalle. Abbiamo cercato di conservare il più possibile quest’impronta che avevano i brani, registrandoli allo stesso modo di come sono stati concepiti: dal vivo, suonando tutti insieme. Le idee per il prossimo lavoro sono molte, alcune decisamente embrionali, altre anche piuttosto avanzate. La voglia di cominciare a suonare cose nuove non manca, quindi abbiamo già cominciato a riascoltare e rivedere le idee che abbiamo buttato giù nel tempo. A breve, tra un live e l’altro, ci chiuderemo in sala prove per lavorarci su.
Da quali e quante angolazioni venite osservati durante un concerto e quali vorreste che fossero le cose che il pubblico notasse di voi?
Troppe, a volte anche improbabili. Spesso lo scopriamo solo il giorno dopo, guardando le foto che ci sono state fatte durante la serata. Siamo piuttosto attenti ai minimi particolari quando prepariamo il live, ma quello che più ci interessa è riuscire ad avere un contatto diretto con il pubblico durante il concerto, emozionarci ed emozionare.
Cos’è il Disorder 2014?
E’ la quarta edizione di un festival a cui partecipiamo attivamente nella fase produttiva, che si terrà come nelle edizioni precedenti, ad Eboli (SA) il prossimo Agosto.
Cosa intendete comunicare in “Botola”?
“Botola” parla di un periodo oscuro della vita di Felice ed in particolare è un addio alla città di Napoli e al modo di vivere legato a quel periodo.
Come sta andando il tour? Che riscontri ci sono?
Il nostro tour è piuttosto ricco e ne siamo decisamente felici. Abbiamo girato in lungo e in largo lo stivale e abbiamo trovato ottime accoglienze un po’ ovunque. E’ sempre bello confrontarsi un pubblico attento e riuscire a scambiare qualche parola a fine concerto.
Quali sono i momenti e le modalità con cui vi dedicate alla composizione di nuova musica?
La composizione di solito nasce da un’idea di uno di noi, che viene poi condivisa, sviluppata e a volte rielaborata da tutti. Può avvenire in qualunque momento, in sala prove, ma anche durante un sound-check, in viaggio nel furgone, o nei luoghi in cui siamo soliti incontrarci quando non suoniamo. Quando cominciamo qualcosa di nuovo siamo piuttosto ostinati, ci pensiamo continuamente.
Quali sono i progetti in cantiere e quelli ancora chiusi nel cassetto?
Per quel che riguarda il nostro percorso, in questo periodo siamo concentrati sul nostro tour che prosegue e che nei prossimi giorni ci porterà, dopo aver girato tanto, a suonare di nuovo vicino casa, per poi ripartire di nuovo già nei primi giorni del 2014. Nel frattempo abbiamo messo su un concerto meno “rumoroso”, ma che si focalizza su altri aspetti delle nostre canzoni, per adattarci alle location che incontriamo. Ognuno di noi, inoltre, lavora sulla propria identità musicale, legandosi e collaborando con realtà differenti, sempre riguardanti l’ambito musicale, come la produzione di un disco o di un festival.
Raffaella Sbrescia