Ancora grandi nomi di scrittori e tante opere letterarie per la terza giornata di Libri nel Borgo Antico 2012, in programma oggi, 6 settembre 2012. Prima dell’atteso rendez vous con gli autori nazionali sarà riservato ampio spazio a quelli locali. Di seguito il programma pomeridiano a loro dedicato.
Ore 17.30 – Palazzo Tupputi: Giovanni La Candia presenta Il cuore al di là degli oceani.
Ore 18.00 – Chiostro Santa Croce: Vito Antonio Loprieno presenta Il mare di lato.
Ore 18.15 – Palazzo Ammazzalorsa: Gianni Spinelli presenta I figli di mamma palla.
Ore 18.30 – Palazzo Tupputi: Vito Tupputi presenta Aforismi sulla saggezza dell’acqua.
Ore 19.00 – Chiostro Santa Croce: Isabella Di Liddo presenta L’arte della quadratura. Grandi decorazioni barocche in Puglia.
Ore 19.15 – Palazzo Tupputi: Ada Bagnato Ranieri presenta 50 di semola, 50 di farina. I racconti del borgo antico.
Ore 19.15 – Piazza Margherita: Rossella Mauro presenta Storia della Puglia per i piccoli.
L’intero pomeriggio di giovedì 6 settembre sarà inoltre caratterizzato da uno spazio dedicato all’animazione e ai giochi per bambini. In serata, come detto, andranno invece in scena i dialoghi con gli autori di caratura nazionale sui palchi allestiti nelle varie location del centro storico.
Ad aprire le danze sarà Fabio Salvatore, presente alle 19.15 a palazzo Ammazzalorsa col volume A braccia aperte fra le nuvole. Forte delle esperienze teatrali come attore e regista, il poliedrico autore originario di Castellaneta ha scritto un romanzo in grado di conquistare subito molti lettori. È la storia di un attore avviato a una promettente carriera e accecato dall’ambizione, che a soli ventuno anni scopre di essere affetto da cancro alla tiroide. Dopo aver negato la malattia, si rassegna all’intervento chirurgico e alla radioterapia, ma perde lavoro, amici e popolarità. Sembra l’inizio della fine. È, invece, l’inizio di una rinascita che passa attraverso un viaggio a Fatima e l’incontro con la fede.
Alle 20, nel contesto del Chiostro Santa Croce, sarà di scena Angelo Polimeno, celebre inviato del Tg1, ora in libreria con Presidente, ci consenta. Si tratta di un’inchiesta scritta quando il tramonto del Pdl pareva imminente, ma ancora non si era materializzato il governo Monti. Una critica non certo velata rivolta a Silvio Berlusconi per mezzo di otto interviste ad altrettante personalità che, con alterne fortune, hanno accompagnato la parabola politica dell’ex premier. In definitiva un viaggio all’interno di una crisi forse evitabile.
All’ombra della foresta, scritto da Claudia Tupputi, sarà invece il volume protagonista dell’appuntamento fissato in largo San Matteo alle 20.15, che vedrà anche l’intervento di monsignor Giovanni Battista Pichierri. Il libro celebra i quindici anni del gemellaggio tra l’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e la parrocchia brasiliana di Santa Helena, appartenente alla diocesi di Pinheiro, stato del Maranhao. Una testimonianza di come lo sviluppo umano sia un obiettivo possibile e di come un popolo possa realmente rinascere a dispetto delle difficoltà che lo affliggono.
Alle 20.45, in piazza Duomo, sarà la volta di Michele Cozzi, nota firma della Gazzetta del Mezzogiorno, accompagnato dal senatore Nicola Latorre e dall’onorevole Raffaele Fitto. Meno male che Silvio c’era è il provocatorio titolo del libro che presenterà per l’occasione e che fornisce al lettore lo spunto per una riflessione sui profondi cambiamenti prodotti dal berlusconismo negli ultimi vent’anni. Non solo: analizzando la capacità della sinistra di ricostruire una connessione con la nuova società italiana, l’autore mette a confronto la linea politica del Pd di Bersani e il progetto Vendola, evidenziandone i punti di forza e quelli deboli.
Chiusura affidata alla politica. Ancora in piazza Duomo, ma alle 21.30, toccherà ad Angelino Alfano e al suo La mafia uccide d’estate. Si tratta di un’opera autobiografica, attraverso la quale l’autore ripercorre il triennio vissuto da ministro della Giustizia. Il titolo è significativo: gli omicidi di Falcone, Borsellino, Chinnici, La Torre e di tante altre vittime di Cosa Nostra sono avvenuti durante la calda estate siciliana. E il segretario nazionale del PdL, agrigentino di nascita, prova a far saltare l’equazione per cui non si può essere antimafioso, siciliano e berlusconiano al tempo stesso.